
Die Wilde Jagd
Uhrwald Orange
Da qualche giorno sto ascoltando a ripetizione questo disco.
Die Wilde Jagd è il progetto musicale del tedesco Sebastian Lee Philipp, polistrumentista noto inizialmente come metà del duo electropop Noblesse Oblige.
Uhrwald Orange è il secondo album, uscito nel 2018 per l'etichetta Bureau B.
Il titolo, che può essere tradotto come "Clockwood Orange", suggerisce un'immersione in un paesaggio notturno e misterioso, tematica che pervade l'intero lavoro.
L'album, prevalentemente strumentale, presenta lunghe tracce elettroniche che si collocano tra krautrock e kosmische musik, intrecciate a beat minimalisti e arricchite dall'uso di strumenti e influenze eterogenee. Le tracce, alcune delle quali superano i dieci minuti, si sviluppano gradualmente attraverso sequenze elettroniche ripetitive e loop psichedelici, evolvendosi in una tessitura sonora che combina atmosfera, estasi e malinconia.
Tra i miei pezzi preferiti ci sono la tenebrosa "Kreuzgang", la minimale "Fremde Welt" e la malinconica ballata "Ginsterblut", che insieme a "2000 Elefanten" è una delle due tracce cantate da Philipp.
Nei prossimi giorni è prevista l'uscita del nuovo album di Die Wilde Jagd in collaborazione con la Metropole Orkest. Il pezzo di lancio che ho ascoltato non mi ha convinto. Vediamo cosa ci riserverà il disco completo.
Musica
Trentemøller
Dreamweaver
Agli esordi, il nome di Trentemøller era associato alla house, alla techno minimale e alla musica elettronica. A partire dal 2013, il compositore danese, pur mantenendo il suo sofisticato approccio elettronico, ha iniziato a virare verso sonorità indie, con influenze darkwave e shoegaze.
Da poche settimane è uscito Dreamweaver – titolo che inevitabilmente mi richiama alla mente il software che uso per lavoro – un album che presenta dieci pezzi di cui otto sono cantati da DISA (Disa Jakobs), cantante islandese che da tempo collabora con Trentemøller affiancandolo durante i suoi concerti e che porta un tocco di delicatezza e malinconia che si sposa perfettamente con le atmosfere del disco.
Ascoltando l'album, emerge chiaramente come il percorso iniziato con Lost e interrotto momentaneamente con Memoria trovi qui una nuova evoluzione. Le sonorità elettroniche che un tempo definivano l’identità di Trentemøller lasciano spazio a sfumature dreampop, dove gli echi di Beach House, Slowdive e persino This Mortal Coil si fanno sempre più presenti. Tuttavia, pur apprezzando la delicatezza onirica che permea ogni traccia, sento che manca la tensione ritmica che caratterizzava i suoi lavori precedenti e rendeva il tutto più dinamico.
Dreamweaver, per quanto raffinato e ben eseguito, rischia di perdersi nel vasto mare di produzioni simili che popolano l’attuale scena musicale. Le melodie sono piacevoli, ma non riescono a lasciare quel segno indelebile a cui mi aveva abituato. La classe di Trentemøller è indiscutibile, ma in mezzo a questi viaggi onirici e sospesi, mi sembra che una parte del suo tocco inconfondibile si sia smarrita.
Brani preferiti: In a Storm
Musica
Musick to play in the dark, vol 1
Coil
John Balance e Peter Christopherson sono stati i Coil, influente gruppo britannico di musica industrial sperimentale attivo dal 1982. La loro produzione è caratterizzata da una miscela di campionamenti, suoni elettronici, testi criptici e tematiche occulte, che hanno dato origine a diversi album e delle "canzoni" decisamente fuori dagli schemi convenzionali.
Nel 2000 Balance e Christopherson, con il supporto del polistrumentista Thighpaulsandra, danno alla luce Musick to play in the dark, vol 1, il primo dei due album lunari, che segna un deciso cambiamento nel loro stile e nella loro estetica sonora. Sei pezzi dilatati per un totale di sessanta minuti in cui l'ascoltatore sprofonda in un mondo oscuro e misterioso, dove suoni ambientali, synth eterei e voci sussurrate creano un'atmosfera ipnotica e onirica. A mio avviso si tratta di uno degli album più rappresentativi e affascinanti dei Coil, un disco notturno e avvolgente che dietro l'apparente quiete nasconde una lucida follia.
L'album si apre con "Are You Shivering?" in un cui una voce frammentata viene piegata dal suono cupo e minaccioso di un drone prima che Balance inizi a recitare i suoi criptici deliri esistenziali. La successiva "Red Birds Will Fly Out of the East and Destroy Paris in a Night" è un omaggio alla musica cosmica strumentale in cui un incalzante giro elettronico ci trascina in un viaggio lisergico che si conclude in un crescendo apocalittico. "Red Queen", invece, ha un ritmo più lento e sensuale in cui la profonda voce di Balance e un pianoforte jazzato ci conducono attraverso un paesaggio sonoro noir e di atmosfera. "Broccoli" è un pezzo bizzarro e crepuscolare, dove la voce narrante di John Balance recita sopra un tappeto sonoro minimalista e pulsante. "Strange Birds" è un esperimento sonoro e rumorisitico che per certi versi mi ricorda "Several Species of Small Furry Animals.." di pinkfloydiana memoria. Il pezzo che conclude l'album è affidato a "The Dreamer is Still Asleep", una lunga e ipnotica ballata in cui il 'sognatore' descritto da Balance potrebbe benissimo essere il Cthulhu di Lovecraft.
Capolavoro.
This is moon music in the light of the moon
Musica
Noesis
Clock DVA
Arrivo tardi per segnalare questo disco uscito nel 2023 che segna il ritorno di un gruppo storico della scena industrial britannica.
Adi Newton è la mente dietro i Clock Dva che insieme ai Cabaret Voltaire e i Throbbing Gristle ha partecipato nei primissimi anni ottanta a quella sferzante ondata sperimentale che combinava il post-punk con la musica industriale emergente.
Dopo un paio di album e una serie di cambiamenti nella formazione, Newton ricostituisce i Clock DVA alla fine degli anni '80 facendo uscire "Buried Dreams", un album che segna una svolta verso un suono più accessibile, contradistinto da una elettronica dai suoni cupi e ambient che tocca temi cyberpunk e tecnologie emergenti.
A distanza di trent'anni, Adi Newton insieme a Maurizio 'TeZ' Martinucci, artista che usa le nuove tecnologie come strumenti di esplorazione audiovisive, pubblica Noesis, album che si distingue dall'accurato packaging e che nella versione CD contiene quattro tracce in più. Il disco riprende il discorso lasciato in sospeso proiettandolo in un futuro in cui l'intelligenza artificiale rischia di disumanizzare la produzione musicale.
Il disco alterna brani dark ambient dalle ritmiche techno industriali con la voce "narrante" di Newton che affronta il lato oscuro delle nuove tecnologie. Un viaggio cinematico futuribile e visionario di grande spessore. Bentornato.

Another Day on Earth
Brian Eno
Riordinando tra i dischi della mia collezione digitale mi è capitato tra le "mani" un vecchio disco di Brian Eno del 2005.
A parte gli esordi con i Roxy Music e quel capolavoro che è "Before And After Science", ho sempre associato la figura di Brian Eno alla musica ambient.
Another Day on Earth in realtà non è tanto distante a essere un disco ambient ma ha la particolarità di essere cantato e questo lo rende più caldo e intimo. Un disco pop venato di malinconia a metà tra l'easy listening e la musica elettronica cinematica che secondo me nasconde delle piccole perle.
Tralasciando This, il brano di apertura più immediato, segnalo l'evocativa How Many Worlds, la sognante And The So Clear e sopratutto la suggestiva Just Another Day.
Un disco che contribuisce a ristabilire un senso di pace interiore e aiuta a riconciliarti con te stesso. Peccato solo per il largo uso del vocoder.

Wall of eyes
The Smile
Secondo disco degli Smile, il progetto parrallelo dei due Radiohead, Thom Yorke e Jonny Greenwood, insieme al batterista Tom Skinner.
Notevole, davvero. Otto brani belli coinvolgenti. Inevitabilmente troviamo qua e là echi del passato di Yorke/Grenwood perchè la matrice è quella ma l'intenzione è quella di esplorare nuovi (o quantomeno diversi) orizzonti musicali addentrandosi in territori psichedelici e per certi versi quasi progressive grazie anche alla poliedrica e felpata batteria di Skinner. Molto meno elettronico del precedente e quindi decisamente più caldo e avvolgente.
Al momento non sento la mancanza dei Radiohead.
Brani preferiti Read the Roam, Under Our Pillows e Bending Hectic.
Musica