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domenica, 24 novembre 2024
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Il pianeta delle scimmie (1968)

di Franklin J. Schaffner

Ricordo ancora nitidamente la prima volta che vidi Il pianeta delle scimmie da bambino, in una calda estate in cui mia madre aveva avuto la brillante idea di portare la televisione fuori sul balcone. L'aria era ferma, afosa, ma io ero ipnotizzato dallo schermo. Quando arrivò la scena finale, rimasi talmente colpito, che quell'immagine - quei pochi secondi - mi si stamparono nella mente per sempre.

Il pianeta delle scimmie è un film del 1968 diretto da Franklin J. Schaffner e liberamente ispirato al romanzo di Pierre Boulle. Considerato uno dei capisaldi della fantascienza, il film ottenne un enorme successo di pubblico, vincendo un Oscar speciale per il trucco e gli effetti speciali e generando nel corso degli anni un ampio universo espanso di sequel, serie TV, cartoni animati, fumetti e videogiochi. Nel 2001, Tim Burton ne realizzò un remake che inaugurò una nuova serie di reboot, mantenendo vivo l'interesse per questo classico intramontabile.

La trama è nota. Un gruppo di astronauti americani atterra su un pianeta sconosciuto dopo un viaggio nello spazio durato diciotto mesi. Viaggiando a una velocità prossima a quella della luce sulla Terra sono trascorsi millenni. Il comandante Taylor (Charlton Heston) e i suoi compagni si trovano in un mondo dominato da scimmie evolute e intelligenti, che hanno costruito una civiltà complessa e vedono gli umani come esseri primitivi e inferiori. Catturato e trattato come una cavia, Taylor riesce a dimostrare la sua intelligenza a due scimpanzé scienziati, Cornelius e Zira, che lo aiutano a fuggire. Durante la fuga, Taylor scopre che quel pianeta non è altro che la Terra stessa, devastata da un'antica guerra nucleare e ridotta a un mondo preistorico. 

Realizzato nel pieno della Guerra Fredda, il film è una denuncia contro le possibili conseguenze di un terzo conflitto mondiale, immaginando un futuro distopico in cui le scimmie hanno sostituito gli uomini come specie dominante. Certo, rivedendolo oggi, qualche dettaglio sembra un po' datato. La recitazione, per esempio, risulta un tantino pomposa e il fatto che nel 3978 le scimmie parlino un perfetto inglese del ventesimo secolo, appare davvero inverosimile. Ma al netto di queste ingenuità tipiche dell'epoca, il make-up delle scimmie è ancora sorprendente e la regia offre momenti dinamici, specie nell'atterraggio dell'astronave e nella fuga di Taylor inseguito dalle scimmie. Tra le scene migliori, l'inizio con gli astronauti che si aggirano in un deserto desolato, e la parte finale in cui Taylor e Nova (Linda Harrison) si allontanano a cavallo verso un futuro ignoto. Ma è il colpo di scena finale a rendere questo film memorabile: la Statua della Libertà semisepolta nella sabbia è un'immagine potente e indimenticabile, che chiude il film con una riflessione cupa e amarissima sul destino dell'umanità in uno dei più iconici epiloghi di sempre.

Film
Fantascienza
Avventura
USA
1968
Retrospettiva
giovedì, 15 febbraio 2024
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King Kong (1933)

di Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack

King Kong, il primo film del 1933, è uno dei grandi classici del cinema fantastico.
Togliendo Dracula e Frankenstein, usciti un paio di anni prima ma provenienti dalla letteratura, possiamo dire che King Kong è il primo film di "mostri" del cinema, una vera e propria icona del fantastico e della cultura popolare che nel corso degli anni ha generato numerosi sequel, remake e omaggi di ogni tipo.

La trama la conoscono tutti. Carl Denham, un regista senza troppi scrupoli organizza una spedizione in una misteriosa isola per girare un film di avventura interpretato da una giovane attrice, la bionda Ann Darrow (Fay Wray). Giunti sull'Isola la troupe cinematografica scopre una tribù di indigeni che sta compiendo un rituale in onore di Kong, un gigantesco gorilla subito ribattezzato King Kong. Ann viene rapita dagli indigeni e data in sacrificio al mostruoso gorilla, ma questo, invece di ucciderla, la difende dagli altri animali preistorici che popolano l'isola. Mentre il capitano della nave e i suoi uomini riescono a recuperare la ragazza, Denham, attirato Kong allo scoperto, riesce a catturalo. Qualche settimana più tardi, a New York, nel corso di un grande evento organizzato da Dehnam in un teatro di Broadway, viene presentato al pubblico King Kong, "l’ottava meraviglia del mondo". Innervosito dai flash dei fotografi il gigantesco gorilla rompe le catene e fugge, seminando il panico per la città. Trovata Ann, la rapisce nuovamente e si rifugia con lei sopra la cima dell’Empire State Building, dove finisce per essere abbattuto da una pattuglia di aerei.

Il film fin da subito riscuote al cinema un grande successo di pubblico, impressionato, oltre che nel vedere un mostro realizzato con dagli innovativi effetti speciali per l'epoca, anche per alcune scene decisamente forti. Sequenze in cui il gorilla uccide persone calpestandole o gettandole dalla finestra, oppure scene particolarmente spinte (sempre per l'epoca) in cui King Kong, dopo aver rapito Ann, la spoglia dei vestiti per poi annusarla. Quando negli Stati Uniti entrò in vigore il cosiddetto Production Code, le scene considerate più forti vennero tagliate e il film venne ridistribuito censurato. Fortunatamente negli anni recenti il film è stato rieditato in tutta la sua interezza anche se manca la leggendaria scena in cui i protagonisti cadono in una fossa e vengono divorati da ragni giganti, una sequenza che non è mai stata ritrovata.
Parlavamo degli effetti speciali. King Kong e i mostri che popolano l'isola del teschio furono realizzati con dei modellini e girati in stop-motion, mentre gli attori venivano collocati sulla scena con la tecnica della retroproiezione e del blue screen. Un giovane che si ritrova oggi a vedere per la prima volta questo film potrebbe sorridere, ma bisogna sempre ricordare che stiamo parlando di una pellicola che ha quasi un secolo di vita e che gli effetti speciali erano i migliori che l’epoca potesse offrire. Sono effetti speciali che hanno fatto la storia del cinema e che si devono a Willis O’Brien, uno dei pionieri del cinema d'animazione che in precedenza aveva realizzato Il Mondo Perduto (The Lost World) del 1925, il primo film che mostra i dinosauri "dal vivo".

Per comprendere meglio un film come King Kong bisogna collocarlo nel contesto storico in cui venne rilasciato. In quel periodo gli Stati Uniti stavano vivendo una grave crisi finanziaria dopo il crollo di Wall Street nel 1929. L'immagine iconica della gigantesca scimmia che scala l'Empire State Building, in quel momento il più alto grattacielo del mondo, appare quindi come un attacco al simbolo economico americano. Alla fine l'attacco viene sventato, la creatura primordiale viene sottomessa dalla civiltà moderna, ma, come dice uno dei protagonisti nell'ultima battuta del film, a uccidere la bestia non è stata la flotta aerea bensì l'amore per una donna. La scena in cui il gigantesco gorilla viene abbattuto dopo aver combattuto contro i biplani e aver posato dolcemente la fanciulla sul cornicione perché non si faccia male è da antologia. Una tragica rivisitazione della favola della Bella e la Bestia che colloca questo film tra i cult movie del cinema fantastico.

Un paio di mesi fa, in occasione dei novanta anni dalla nascita del celebre film, la Rai ha realizzato una interessante puntata di Wonderland dedicata al "Re Kong".

Film
Fantastico
Avventura
monster-movie
1933
Retrospettiva
domenica, 18 giugno 2023
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The Northman

di Robert Eggers

The Northman del 2022 è il terzo film diretto da Robert Eggers, autore della sceneggiatura insieme allo scrittore islandese Sjón (co-sceneggiatore del film Lamb e autore dei testi di numerose canzoni di Björk).
Se i primi due lungometraggi erano stati dei film indipendenti a tutti gli effetti, con The Northman il regista americano si trova per la prima volta alle prese con una grande produzione.

The Northman è ispirato all'Amleto della mitologia normanna, un antico racconto di Saxo Grammaticus, al quale William Shakespeare si ispirò per realizzare il più famoso Amleto. 
Siamo in Norvegia del X secolo. Il principe Amleth (Alexander Skarsgård) da bambino assiste alla morte di suo padre, il re Aurvandill (Ethan Hawke), ucciso in un agguato dal fratello Fjölnir (Claes Bang) per impossessarsi del regno e prendere in sposa la regina Gudrún (Nicole Kidman), la madre di Amleth. Riuscito a fuggire, Amleth viene trovato da una banda di vichinghi che lo crescono come un guerriero. Durante una razzia a un villaggio, Amleth incontra una veggente (Björk) che gli ricorda il suo destino e il suo giuramento: vendicarsi dalla morte del padre uccidendo lo zio. Spacciandosi per uno schiavo, Amleth arriva in Islanda - dove Fjölnir era stato esiliato - incontrando nel suo viaggio una schiava slava di nome Olga (Anya Taylor-Joy), che si unisce a lui per mettere in atto il suo piano e vendicarsi di suo padre.

Divisa in atti, la storia è abbastanza semplice, è un racconto epico di sangue e vendetta. Quello che balza all'occhio è la ricostruzione storica e i dettagli quasi maniacali per la scenografia e i costumi che conferiscono al film un realismo violento, brutale e sanguinoso. Gli autori sono bravi e oltre a quelli citati torna anche Willem Dafoe nella parte del giullare di corte protagonista di una sequenza in cui compie una sorta di rituale "bestiale". Nonostante la produzione gli abbia imposto dei tagli - il film dura più di due ore - la traccia autoriale del regista è ancora presente. Il piano sequenza di quando il protagonista insieme agli altri vikinghi assediano il malcapitato villaggio è davvero da urlo mentre le scene più oniriche - quella in cui appare Björk ma sopratutto quella in cui Amleth recupera la spada leggendaria con cui intende compiere la sua vendetta - sono molto suggestive. Sono delle scene che potremmo definire fantasy ma integrate perfettamente nel contesto realistico del film.

The Northman si è rivelato un flop ai botteghini incassando meno di quanto è costato. Io, pur non apprezzando particolarmente il genere, ritengo che sia uno dei migliori film epici degli ultimi anni. 

Bravo Robert Eggers, ora aspetto con trepidazione il suo Nosferatu.

Film
Robert Eggers
Drammatico
Storico
Avventura
Action
2022
domenica, 21 maggio 2023
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Il mago di Oz

di Victor Fleming

Un classico del cinema che ho fatto vedere a mio figlio di sei anni (io l'avevo visto per la prima volta tre o quattro decenni fa).
Tratto dal romanzo Il meraviglioso mago di Oz del 1900 - primo di quattordici libri della saga dedicata a Oz dello scrittore statunitense L. Frank Baum - Il mago di Oz è diretto da Victor Fleming ed esce nelle sale statunitensi nel 1939 (in Italia uscirà una decina di anni più tardi).

Protagonista è Dorothy (Judy Garland), una giovane di sedici anni che abita con gli zii in una fattoria del Kansas, che a seguito di un violento tornado finisce in un mondo colorato e magico. Gli abitanti del villaggio, i Mastichini, la acclamano come eroina. La sua casa è atterrata sopra la strega dell'est, uccidendola e liberando i piccoli abitanti dalla sua tirannia. La sorella della vittima, la strega dell'ovest, vuole però vendicarsi e impossessarsi delle scarpette rosse che Dorothy ha ricevuto come ricompensa. Terrorizzata dalla megera e desiderosa di tornare a casa, la ragazza chiede consiglio alla strega buona, che le suggerisce di rivolgersi al potente Mago di Oz. Inizia così il suo viaggio verso la città di Smeraldo durante il quale incontra e fa amicizia con uno spaventapasseri, alla ricerca di un cervello, un uomo di latta, alla ricerca di un cuore, e un leone codardo, alla ricerca del coraggio.

Vincitrice di due oscar tra cui miglior canzone per Over the rainbow, Il Mago di Oz è un classico senza tempo, un fantasy/musical con una produzione, una scenografia ed effetti speciali decisamente avanti per l'epoca (il film ha più di ottant'anni).  
Geniale l'idea che la realtà sia girata in bianco e nero virato in seppia mentre il mondo di OZ è in un tecnicolor con colori saturi e realistici.
Non amo i musical (a parte rari casi) quindi personalmente le parti cantate le avrei saltate volentieri.

Il Mago di Oz è entrato a far parte della cultura pop e con il tempo è diventato fonte di ispirazione per numerosi registi a venire (vedi il post seguente). Tuttavia fin dall'inizio il film è stato al centro di numerosi casi spiacevoli che le fecero guadagnare il titolo di film maledetto (repentini cambi di sceneggiatori e attori) e critiche sui metodi poco ortossi della produzione (Judy Garland, allora minorenne, fu costretta ad assumere delle anfetamine per dimagrire,  e gli attori a sopportare trucchi e costumi che in alcuni casi hanno provocato gravi rischi alla loro incolumità). Tutto questo, negli anni a seguire, non ha fatto altro che alimentare a numerose leggende metropolitane come quella di un nano che si sarebbe impiccato sul set durante le riprese.

Ho scoperto che qualche folle si è divertito a sincronizzare l'intero film con The Dark Side of The Moon dei Pink Floyd per evidenziare come sembrano fatti apposta per essere riprodotti insieme. Simpatico ma parecchio forzato.

Film
Retrospettiva
Fantastico
Avventura
1939

© , the is my oyster