
Il gobbo di Notre Dame (film 1923)
di Wallace Worsley
Proseguendo la mia visione dei film muti degli anni venti, arrivo in America, negli studi della Universal, dove nel 1922 viene prodotto "Il gobbo di Notre Dame", un adattamento del celebre romanzo di Victor Hugo. Diretto da Wallace Worsley e con Lon Chaney nel ruolo di Quasimodo, questo film, sia per l'ambiziosa produzione che per la qualità della sua realizzazione, rappresenta uno dei primi kolossal dell'epoca.
Il film racconta la tragica storia di Quasimodo, il campanaro deforme della cattedrale di Notre Dame, e del suo amore non corrisposto per la bella zingara Esmeralda (interpretata da Patsy Ruth Miller) che è solita danzare davanti alla grande cattedrale. Non ho mai letto il romanzo di Hugo - ho visto in libreria una lussuosa edizione illustrata ma la sua mole e il prezzo al momento mi ha allontanato dall'acquistarlo - ma pare che questa versione cinematografica si discosti dal libro e sia decisamente troppo romanzata, soprattutto nel finale, optando per un classico lieto fine hollywoodiano.
Nonostante le buone ambientazioni gotiche, personalmente la pellicola non mi ha convinto del tutto. Sicuramente, il fatto che sia un film muto e che per seguire la storia bisogna leggere i dialoghi dei protagonisti nelle didascalie, non mi ha aiutato, ma in certi momenti la noia ha avuto il sopravvento e ho fatto quasi fatica a finirlo. Peraltro ho visto pure una versione ricolorata e con una colonna sonora moderna che ho recuperato su YouTube. L'interpretazione di Chaney rimane una delle poche cose che si salvano, grazie alla sua incredibile performance e la capacità di rendere visibile sullo schermo la sofferenza e l'umanità del personaggio.
Un classico che merita comunque di essere visto, soprattutto per gli appassionati del cinema muto e delle storie gotiche. Alla fine il Quasimodo di Chaney si può considerare il primo "mostro" dello storico filone fantastico-horror della Universal, aprendo la strada ai futuri successi del genere.

The Northman
di Robert Eggers
The Northman del 2022 è il terzo film diretto da Robert Eggers, autore della sceneggiatura insieme allo scrittore islandese Sjón (co-sceneggiatore del film Lamb e autore dei testi di numerose canzoni di Björk).
Se i primi due lungometraggi erano stati dei film indipendenti a tutti gli effetti, con The Northman il regista americano si trova per la prima volta alle prese con una grande produzione.
The Northman è ispirato all'Amleto della mitologia normanna, un antico racconto di Saxo Grammaticus, al quale William Shakespeare si ispirò per realizzare il più famoso Amleto.
Siamo in Norvegia del X secolo. Il principe Amleth (Alexander Skarsgård) da bambino assiste alla morte di suo padre, il re Aurvandill (Ethan Hawke), ucciso in un agguato dal fratello Fjölnir (Claes Bang) per impossessarsi del regno e prendere in sposa la regina Gudrún (Nicole Kidman), la madre di Amleth. Riuscito a fuggire, Amleth viene trovato da una banda di vichinghi che lo crescono come un guerriero. Durante una razzia a un villaggio, Amleth incontra una veggente (Björk) che gli ricorda il suo destino e il suo giuramento: vendicarsi dalla morte del padre uccidendo lo zio. Spacciandosi per uno schiavo, Amleth arriva in Islanda - dove Fjölnir era stato esiliato - incontrando nel suo viaggio una schiava slava di nome Olga (Anya Taylor-Joy), che si unisce a lui per mettere in atto il suo piano e vendicarsi di suo padre.
Divisa in atti, la storia è abbastanza semplice, è un racconto epico di sangue e vendetta. Quello che balza all'occhio è la ricostruzione storica e i dettagli quasi maniacali per la scenografia e i costumi che conferiscono al film un realismo violento, brutale e sanguinoso. Gli autori sono bravi e oltre a quelli citati torna anche Willem Dafoe nella parte del giullare di corte protagonista di una sequenza in cui compie una sorta di rituale "bestiale". Nonostante la produzione gli abbia imposto dei tagli - il film dura più di due ore - la traccia autoriale del regista è ancora presente. Il piano sequenza di quando il protagonista insieme agli altri vikinghi assediano il malcapitato villaggio è davvero da urlo mentre le scene più oniriche - quella in cui appare Björk ma sopratutto quella in cui Amleth recupera la spada leggendaria con cui intende compiere la sua vendetta - sono molto suggestive. Sono delle scene che potremmo definire fantasy ma integrate perfettamente nel contesto realistico del film.
The Northman si è rivelato un flop ai botteghini incassando meno di quanto è costato. Io, pur non apprezzando particolarmente il genere, ritengo che sia uno dei migliori film epici degli ultimi anni.
Bravo Robert Eggers, ora aspetto con trepidazione il suo Nosferatu.