
The Nest (Il nido)
di Roberto De Feo
A Classic Horror Story, il film diretto da De Feo insieme a Strippoli che ho visto di recente, non mi era dispiaciuto quindi ho recuperato il primo film di De Feo con la speranza di vedere qualcosa di interessante.
In una imponente tenuta di campagna, Elena (Francesca Cavallin), una donna severa e glaciale, cresce il figlio paraplegico Samuel (Justin Alexander Korovkin) nel più totale isolamento. Al giovane, poco più che adolescente, viene impedito di uscire all'esterno delle mure di cinta ed è costretto dalla asfissiante madre a seguire delle rigide regole e suonare Bach al pianoforte. Insieme a loro, troviamo la servitù, lo zio del ragazzino e un inquietante medico (Maurizio Lombardi) ai quali è imposto di non parlare del mondo al di fuori della villa e del loro passato. Quando Samuel inizia a sentirsi prigioniero in una gabbia dorata, l'arrivo di Denise (Ginevra Francesconi), una ragazzina poco più grande di lui figlia di un amico di famiglia, scatena in lui l'impellente desiderio di fuggire e scoprire il mondo esterno.
Il film di De Feo è un thriller psicologico, cupo e claustrofobico. La fotografia ha dei toni freddi ed è virata prevelantemente in verde contribuendo a rendere l'atmosfera del film opprimente e malsana. I riferimenti a The Others di Amenabare e The Village di Shyamalan sono evidenti così come l'omaggio a un certo genere di horror gotico e misterioso della letteratura dei primi del novecento. La regia tende a valorizzare le ricche scenografie della villa con lunghi piani sequenza ma il ritmo lento e compassato, degli scricchiolii nella trama, e l'interpretazione degli attori (si salva solo l'algida Cavallin) dilata la tensione fino a un finale abbastanza prevedibile.
Apprezzo sinceramente l'impegno di alcuni giovani registi emergenti nel riportare in Italia film di un genere di cui eravamo maestri indiscussi in passato. Tuttavia, accontanando l'elogio nel fare pellicole diverse dai soliti schemi, se questo film fosse stato prodotto all'estero avrei avuto serie difficoltà a dargli una sufficienza.
Nonostante la sceneggiatura a tratti lacunosa il film sembra aver riscosso un buon successo di pubblico e critica, tanto che si prospetta anche un remake in lingua inglese.
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