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martedì, 12 agosto 2025
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It Follows

di David Robert Mitchell

Senza ombra di dubbio uno dei migliori film horror degli ultimi decenni. 
It Follows, opera seconda di David Robert Mitchell, è un film indipendente americano presentato al Torino Film Festival 2014.

In un suburbio americano sospeso tra gli anni ottanta e un presente indefinito, It Follows racconta la storia di Jay (Maika Monroe), una teenager che, dopo la prima notte d’amore con il nuovo fidanzato, viene narcotizzata e legata. Il ragazzo le rivela di avergli trasferito una sorta di maledizione e che da ora in avanti, sarà perseguitata da un’entità misteriosa che può assumere le sembianze di chiunque, persino di persone a lei care. La creatura avanza lentamente, ma non si ferma mai finché non raggiunge la sua vittima e la uccide. Se Jay dovesse morire, la maledizione tornerebbe alla persona che gliel’ha passata, risalendo a ritroso la catena di chi ne è stato colpito. Solo chi ne è affetto può vedere l’entità, e l’unico modo per liberarsene è avere un rapporto sessuale con qualcun altro, trasferendo così la maledizione come se fosse una malattia invisibile. Aiutata dai suoi amici, Jay dovrà trovare un modo per fermare l’incubo prima che sia troppo tardi.

David Robert Mitchell costruisce un horror elegante e accattivante, che mescola il linguaggio visivo del cinema indipendente con le atmosfere sospese dei grandi classici del genere (Carpenter su tutti). La fotografia di Mike Gioulakis (influenzata dal fotografo contemporaneo Gregory Crewdson) cattura un’america suburbana surreale, desolata e senza tempo, dove ogni strada sembra troppo vuota e ogni casa troppo silenziosa. La regia privilegia campi larghi, movimenti di macchina lenti e carrellate circolari che amplificano l’ansia dello spettatore, costretto a scrutare ogni angolo in cerca di una figura che avanza.
La colonna sonora elettronica di Disasterpeace, fredda e ossessiva, imprime al film un ritmo ipnotico e amplifica la percezione di disagio. Bellisimo l'incipit inziale con la ragazza in deshabille che fugge dalla minaccia invisibile ritrovandosi poco dopo sulla spiaggia, cadavere, con una gambe spezzata, piegata in modo innaturale.
Mitchell trasforma la minaccia indefinita e incombente in una metafora del disagio giovanile, con ragazzi disorientati che vivono in una periferia spettrale, senza adulti e abbandonati a se stessi, costretti a convivere con l’angoscia di qualcosa che li insegue e che non possono fermare.

It Follows non è un horror fatto di jump scare o spiegazioni rassicuranti. È un incubo lento e inevitabile, che si insinua nella mente e non ti lascia andare.

Film
Horror
USA
2014
Retrospettiva
lunedì, 28 luglio 2025
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Goodnight Mommy

di Veronika Franz, Severin Fiala

Goodnight Mommy è un thriller psicologico a tinte horror diretto da Veronika Franz e Severin Fiala nel 2014 — da non confondere con il remake americano del 2022. Di produzione austriaca, il film costruisce un’atmosfera inquieta fatta di ambiguità e silenzi, dove la tensione si insinua lentamente fino a sfociare in un incubo domestico freddo e disturbante.

Due gemelli, Elias e Lukas, vivono isolati in una villa in campagna. La madre torna a casa dopo un’operazione che le ha completamente coperto il volto con bende. Ma qualcosa è cambiato. La donna è fredda, distante, a tratti crudele. I bambini iniziano a dubitare che quella non sia la loro vera madre. Così, nel silenzio ovattato di un’estate immobile, cominciano ad osservarla, a metterla alla prova, a sfidarla. Il gioco diventa sempre più crudele, fino a trasformarsi in qualcosa di irreparabile.

Goodnight Mommy si muove sul filo teso tra sospetto e allucinazione, giocando con una messa in scena glaciale e rigorosa. È un film che lavora per sottrazione, costruito su silenzi, sguardi e attese, dove la verità si confonde lentamente con la percezione fino a diventare indistinguibile. La villa moderna e luminosa, con i suoi interni minimalisti, diventa una prigione invisibile. Ogni dettaglio — insetti, il gatto, rumori — sembra carico di un significato che non viene mai spiegato del tutto. La tensione si accumula come polvere sulle superfici lucide, fino a esplodere in un crescendo finale che vira verso un horror fisico e disturbante, carico di sadismo e inquietudine. Il colpo di scena è intuibile anche allo spettatore meno smaliziato, ma questa prevedibilità non smorza la tensione, anzi si trasforma in qualcosa di più viscerale, che continua a stringere anche dopo che tutto sembra ormai svelato. La cosa più inquietante è che, anche dopo la fine, si resta con la sensazione di non aver davvero compreso tutto. La spiegazione appare chiara, evidente, eppure certi dettagli continuano a disturbare: il comportamento ambiguo della madre all'inizio, i teschi nella grotta, gli scarafaggi, la fotografia che insinua l’idea di una gemella, il volto bendato per un intervento estetico o forse per coprire le ferite di un incidente? Nulla è davvero certo, come se il film, anche dopo i titoli di coda, continuasse a rifiutare una lettura definitiva.

Goodnight Mommy lascia addosso una sensazione di incertezza che non si dissolve. Più cerchi di dare un senso a tutto, più il film ti sfugge. E forse è proprio quel dubbio, sottile ma persistente, a rendere il film interessante.

Film
Thriller
Psicologico
Horror
Austria
2014
venerdì, 12 aprile 2024
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Godzilla (2014)

di Gareth Edwards

Tra il primo film del 1954 all'ultimo rifacimento del 2014 sono stati realizzati numerosi film su Godzilla, il gigantesco lucertolone preistorico giapponese.
Il film di Gareth Edwards (regista americano specializzato in blockbuster di azione) sebbene sia nato inizialmente come un semplice reboot del celebre mostro giapponese di Honda Ishiro è il primo film del franchise chiamato MonsterVerse (un universo condiviso che oltre a Godzilla comprende King Kong e gli altri kaiju, i mostri della fantascienza giapponese).

La trama in breve. Un ingegnere nucleare americano di nome Joe Brody (Bryan Cranston) non si da pace finchè non scopre la verità sulle ragioni del disastro della centrale nucleare giapponese che quindici anni prima ha provocato la morte di sua moglie. Nonostante le autorità cerchino di nascondere la verità, Joe, insieme a suo figlio Ford (Aaron Taylor-Johnson) scopre che a causare il disastro è stato il risveglio di creature insettoidi di origine preistorica note come M.U.T.O. (Massive Unidentified Terrestrial Organisms) che insieme a Godzilla, un enorme creatura leggendaria che si pensava fosse solo un mito, sono emersi dal sottosuolo e dalle profondità del mare e ora minacciano l'umanità. Quando Godzilla nel 1954 venne avvistato per la prima volta, il mondo cercò di eliminarlo, mascherando gli attacchi come test nucleari. Impossibilitati a distruggerlo, i vertici delle nazioni mondiali istituirono il M.O.N.A.R.C.H, un organizzazione il cui compito è quello di monitorare la creatura e tenere segreta la sua esistenza alla popolazione. Ora che Godzilla e le altre due creature si sono rivelate, l'umanità cerca di sopravvivere assistendo alla lotta di questi giganteschi mostri. Inaspettatamente Godzilla emerge come una forza protettrice.

Il film di Gareth Edwards ci mette davvero tanto tempo a carburare e gioca molto sulle attese. Molte sequenze sono al buio e quando i mostri alla fine appaiono (Godzilla si fa attendere parecchio) le creature vengono quasi sempre inquadrate dal basso come se il regista ci tenesse a fornirci il punto di vista delle persone che assistono impotenti all'epico scontro. E' una scelta stilistica che ci può stare e che ho apprezzato. Buoni gli effetti speciali e le scene di azione molto meno gli attori protagonisti (tolto Cranston) che risultano inutili spettatori e privi di carisma. La sceneggiatura seppur scontata mantiene il fascino del film originale offrendo riflessioni sul rapporto dell'umanità con la natura e il potere distruttivo delle forze che non possiamo controllare.
Un monster movie godibile ma senza troppe pretese.

Film
Fantascienza
monster-movie
2014
venerdì, 14 aprile 2017
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Babadook

di Jennifer Kent

Da amante del genere, Babadook, film del 2014 scritto e diretto dall'esordiente regista australiana Jennifer Kent, si rivela uno dei film horror più interessanti degli ultimi anni.

Il film vede come protagonisti una madre vedova, Amelia (interpretata dalla bravissima Essie Davis) e da suo figlio (Noah Wiseman) un bambino estremamente vivace e problematico. La storia ha inizio sei anni dopo il tragico incidente d'auto in cui perse la vita il marito, incidente avvenuto proprio mentre la coppia si stava recando in ospedale per dare alla luce il loro primo figlio. A distanza di anni Amelia non è ancora riuscita a elaborare il lutto, è una donna stanca e vulnerabile che non trova nessun conforto nei familiari o nelle istituzioni e che deve gestire da sola un bambino iperattivo e a tratti violento, convinto dell'imminente arrivo di un mostro che ucciderà entrambi. Un giorno in casa appare un inquietante libro a pop-up, che Amelia non ricordava di aver comprato, nel quale si racconta l'arrivo del Babadook, l'uomo nero. E' l'inizio di una vertiginosa discesa nella follia e nella disperazione in cui il mostro prende vita spingendo Amelia nel collasso psicologico.

Babadook più che un film di paura - lo è perchè contiene in parte tutti clichè del genere - è un horror psicologico e angosciante in cui la protagonista precipita in un delirio claustrofobico scaturito da tutto il malessere e l'oscurità che si è portata dietro dalla morte dell'amato marito. Babadook è la metafora evidente del dolore e della depressione. Un dolore che per quanto si voglia nascondere, rinnegare, non può essere eliminato. E non potendo liberarsi dei propri demoni, il mostro dell'anima va quindi affrontato, combattuto e infine accettato. Siamo costretti a conviverci e magari alla fine a chiuderlo in cantina per andarlo a trovare di tanto in tanto.

Una menzione particolare alla regia della Kent in cui, più che a mostrare Babadook (una sorte di Conte Orlok animato daTim Burton) o di servirsi di prevedibili jumpscare ed effetti visivi, interessa ricreare con tecnica sopraffina il disagio e la tensione claustrofobica dietro le pareti domestiche. Notevole le numerose citazioni e gli omaggi ai maestri dell'horror del passato tra cui Mario Bava.

Quanto mi piacerebbe possedereThe Babadook Pop-Up Book, la riproduzione fedele del libro presente nel film. Purtroppo è uscito in copie limitate e ora su ebay viene venduto a cifre spropositate.

Film
Horror
2014

© , the is my oyster