
Häxan - La stregoneria attraverso i secoli
di Benjamin Christensen
Questa pellicola non la conoscevo. Rovistando tra i film d'epoca dell'orrore mi sono imbattuto in un titolo molto particolare. Sono convinto di averne visto qualche spezzone proiettato in uno di quei locali darkettoni che frequentavo all'epoca, magari durante l'esibizione di qualche band.
Häxan - La stregoneria attraverso i secoli, diretto dal regista danese Benjamin Christensen, è un film documentario del 1922, ovviamente muto, che tratta di streghe e stregoneria. Il film è strutturato in sette parti, ciascuna delle quali esplora un diverso aspetto della stregoneria e delle sue conseguenze sociali e psicologiche. La prima parte è molto didascalica e ci vengono presentate in rapida sequenza vecchie incisioni e dipinti di streghe e diavoli legate alle superstizioni e alle credenze popolari. Improvvisamente il disegno di un girone infernale prende vita, nel senso che viene animato, e nei successivi capitoli ci ritroviamo ad assistere a delle scene girate con veri attori in cui, confondendo finzione e materiale iconografico, ci viene rappresentato un demonio (interpretato dallo stesso Christensen) che cerca di persuadere una giovane e innocente fanciulla. In un altro capitolo, ambientato nel tardo medioevo, assistiamo alla cattura di una povera anziana accusata di essere una strega che, dopo essere stata torturata dagli inquisitori per estorcerle una confessione, per evitare ulteriori sofferenze è costretta ad ammettere di aver compiuto immondi peccati e di aver partecipato a dei sabba. Per vendicarsi di coloro che l'hanno accusata, l'anziana coinvolge numerose donne del villaggio (che inevitabilmente vengono a loro volte prelevate dalle loro case per essere accusate di stegoneria) spiegando nei minimi dettagli che in questi raduni le donne si accoppiavano con il demonio baciandogli il sedere e i neonati venivano gettati in calderoni bollenti. Christensen suggerisce che molte delle accuse di stregoneria erano il risultato di incomprensioni e di malattie mentali, e nei capitoli finali ci spiega che tutte queste donne affette da isteria e disturbi mentali, oggi, invece di essere mandate al rogo, finiscono in ospizi e manicomi, alludendo al fatto che la persecuzione alle streghe esista ancora solo con metodi diversi.
Probabilmente l'idea iniziale di Christensen era quella di girare un documentario ma il regista danese deve essersi fatto prendere la mano ed è finito per confezionare un vero e proprio film horror con delle sequenze evocative e scabrose decisamente forti e inusuali per quel periodo. Nudità, orgie, blasfemie e torture mescolando storia, documentario e soprannaturale in un modo così bizzarro e inquietante che non puoi non restarne affascinato. Bellissima la scena delle streghe che volano sopra i cieli così come è interessante vedere con quale ingegno venivano usati gli effetti speciali all'epoca.
Un film di grande impatto visivo, magari non per tutti, ma sicuramente per gli amanti del genere.
Film
Nosferatu
di F. W. Murnau
Aspettando Eggers mi sono voluto rivedere il Nosferatu di Murneau.
Capolavoro dell’espressionismo tedesco, liberamente ispirato al romanzo "Dracula" di Bram Stroker, il film viene proiettato per la prima volta a Berlino nel 1922, e presenta uno dei primi vampiri della storia del cinema.
Negli ultimi decenni il film è stato più volte restaurato, con l’aggiunta di qualche sequenza in più e una nuova colonna sonora - il film è muto e i dialoghi avvengono con le didascalie. Attualmente su YouTube si può apprezzare sia la versione in bianco e nero che quella virata in diversi toni di colore. Io mi sono visto quest'ultima che è quella orginale dell'epoca.
Figura chiave nella realizzazione del film è stato Albin Grau, eclettico artista affascinato dall'occulto e dal soprannaturale, che aveva aperto una piccola casa di produzione cinematografica tedesca, la Prana-Film, con l'intenzione di realizzare un film su Dracula, il romanzo di Stroker scritto venticinque anni prima. Nonostante non avesse ottenuto i diritti, Grau insieme al regista Friedrich Wilhelm Murnau - che aveva già realizzato una manciata di film ed era anche lui ammaliato dalla figura del vampiro - decise comunque di realizzare un film sul romanzo di Stroker, cambiando i nomi dei personaggi, le ambientazioni e alcune parti della trama. Così, il conte Dracula divenne il conte Orlok, Jonathan Harker divenne Thomas Hutter e invece della Transilvania e Londra la storia venne ambientata nei Carpazi e a Wisborg, città portuale tedesca immaginaria. Inoltre venne eliminato il personaggio del cacciatore di vampiri Van Helsing mentre la presenza di Nosferatu venne associata a una epidemia di peste propagata dai topi che accompagnano il vampiro al suo arrivo in città. Tutto inutile. A seguito dell'enorme successo del film alla sua uscita, nel 1925 la vedova di Stoker intentò un processo per plagio e violazione dei diritti, vinse la causa e con il risarcimento mandò in banca rotta la neonata casa di produzione ottenendo la distruzione di tutte le copie del film. Fortunatamente una o più copie finirono nelle mani di collezionisti e archivi cinematografici evitando in questo modo la scomparsa di questo capolavoro del cinema surrealista tedesco. La vedova di Stoker avrebbe poi venduto i diritti del romanzo per uno spettacolo teatrale negli Stati Uniti riadattato poi nel film Dracula del 1931 con Bela Lugosi nel ruolo del vampiro. Ma questa è un altra storia.
Nel film di Murnau il ruolo del Conte Orlok venne affidato a Max Schreck, un attore teatrale dell'epoca, che a causa del suo comportamento sul set e il fatto che il suo nome tradotto sia "Massimo Terrore" ha alimentato la leggenda che si trattasse di un vero e proprio vampiro - nel 2000 è stato girato un film chiamato L'ombra del Vampiro che parla proprio di questa bislacca diceria. Un altra credenza narra che Max Schreck non prese mai parte al film e che a interpretare il conte Orlok fosse Murnau stesso. Tralasciando questi curiosi aneddoti la performance dell'attore rimane straordinaria e indimenticabile. La sua presenza sullo schermo è tanto inquietante quanto magnetica. La sua figura ricorda quella di un pipistrello, calvo con i denti da roditore, le orecchie lunghe e le unghie arcuate, mentre i suoi movimenti rigidi e sospetti, incarnanano alla perfezione il terrore e il fascino del personaggio, contribuendo in modo significativo all'impatto emotivo del film. Nosferatu è animalesco, repulsivo, e disperato. E' un vampiro che si allontana nettamente dalla figura "romantica" e affascinante del conte Dracula. Condannato a una mortalità sempre uguale a se stessa, Nosferatu esprime l'angosciante disperazione della sua infinita solitudine.

Una delle caratteristiche più distintive del film di Murneau è la sua atmosfera cupa e inquietante, creata attraverso un uso innovativo dell'illuminazione, delle ombre e della fotografia. Utilizzando la scenografia realizzata da Grau (quest'ultimo autore anche dei costumi, degli storyboard e del materiale promozionale - è sua l'illustrazione qui sopra) Murnau enfatizza l'aspetto gotico della storia, creando un'ambientazione surreale e spettrale. Rispetto ad altri film espressionisti dell'epoca, uno fra tutti Il gabinetto del dottor Caligari, Murneau non deforma la realtà ma evoca la paura e il terrore attraverso il paesaggio, la natura e il mondo animale (un lupo che spaventa i cavalli, un insetto catturato da una pianta carnivora) oppure utilizzando la tecnica dello stop motion per dare al vampiro dei movimenti innaturali (l'arrivo della carrozza guidata dallo stesso Orlok oppure la scena in cui il vampiro carica le bare sul carro) che oggi possono sembrare espedienti ridicoli ma che all'epoca risultavano assai inquietanti.
La sequenza in cui l'ombra del vampiro si distorce sulle pareti (o sulle persone) e le sue mani sembrano prolungarsi è forse una delle scene più rappresentative del film di Murnau. Senza ombra di dubbio (scusate il voluto gioco di parole) il Nosferatu di Murnau rimane uno dei più grandi capolavori della settima arte che, nonostante gli evidenti segni del tempo, continua da oltre un secolo a ispirare registi e appassionati di cinema horror.