
Fiori per Algernon
Daniel Keyes
Non conoscevo Fiori per Algernon. Eppure è in circolazione da più di mezzo secolo, ha vinto numerosi premi, ispirato adattamenti cinematografici e viene spesso definito un romanzo di fantascienza – anche se trovo questa etichetta riduttiva, quasi fuorviante. Mi è stato regalato e, una volta terminata la lettura, ho sentito il bisogno di ringraziare chi mi ha fatto scoprire questo gioiello.
Il libro è stato scritto da Daniel Keyes, psicologo e docente statunitense impegnato nel sostegno a ragazzi con difficoltà di apprendimento. Pubblicato nel 1966, nato inizialmente come racconto breve, il libro è una sorta di moderno Frankenstein che ti porta a una profonda riflessione e ti lascia addosso una malinconia difficile da scrollarti di dosso.
La storia è quella di Charlie Gordon, un uomo di circa trent'anni con disabilità intellettiva che lavora in una panetteria e sogna di essere "normale". I suoi desideri sono semplici: essere accettato, avere amici, capire il mondo come gli altri. Quando gli viene offerta la possibilità di sottoporsi a un intervento sperimentale che promette di aumentare il suo quoziente intellettivo – un'operazione già testata con successo su Algernon, un topo da laboratorio – Charlie accetta senza esitazione. Dopo l'operazione, le sue capacità mentali crescono rapidamente, trasformandolo in un genio. Tuttavia neanche il nuovo, sempre più elevato quoziente intellettivo aiuta il protagonista ad ottenere l’amicizia che desiderava. Al contrario, la consapevolezza di ciò che è stato non fanno altro che esaperare il suo isolamento, accentuato dal fatto che ora l’uomo capisce e ricorda episodi del passato, prima da lui incompresi.
Il romanzo è narrato attraverso i rapporti di progresso scritti dal protagonista, una sorta di diario che riflette la sua trasformazione. All'inizio i resoconti sono pieni di errori grammaticali e ingenuità, ma dopo l'esperimento la scrittura si fa più precisa, complessa ed emotiva. Charlie non solo comprende il mondo con occhi nuovi, ma lo analizza, lo scompone, lo giudica. Il problema è che la sua intelligenza, che lo porta a superare i suoi stessi creatori, non va di pari passo alla sua emotività. La consapevolezza che le persone che considerava amici ridevano di lui, lo sfruttavano, lo compativano, gli stessi genitori che non l'hanno mai accettato, ora si rivela con una lucidità dolorosa. E, anziché sentirsi più vicino agli altri, Charlie si ritrova più solo che mai.
Quando Algernon inizia a mostrare i primi segni di regressione, Charlie capisce che il suo destino è segnato. La presa di coscienza della propria inevitabile discesa, la consapevolezza che l’intelligenza sta sfumando, fino a regredire ad un livello ancora inferiore rispetto a quello originaria, è il momento più straziante e commovente del romanzo.
Fiori per Algernon è un libro che illumina e ferisce con la stessa intensità. Una storia che lascia il segno e che consiglio vivamente. Peccato per la copertina di questa edizione. Davvero brutta.
Il libro di Keyes ha avuto un adattamento cinematografico intitolato I due mondi di Charlie, film del 1968 diretto da Ralph Nelson.
Libri
Nottuario
Thomas Ligotti
Il nome di Thomas Ligotti viene spesso annoverato tra gli autori più rappresentativi della letteratura weird contemporanea. Scrittore e saggista americano di culto, poco incline alla visibilità e all’autopromozione, è divenuto noto in Italia soprattutto grazie a un monologo tratto, senza la sua autorizzazione, dalla sua opera "La cospirazione contro la razza umana", comparso in un episodio della prima stagione della serie televisiva True Detective. Questo saggio, uno dei suoi lavori più iconici e controversi, esplora temi di nichilismo e pessimismo cosmico che sono alla base della sua visione letteraria e filosofica.
Incuriosito dal fatto che Ligotti viene spesso accostato ad autori che amo, quali Lovecraft e Poe, e che abbia collaborato con David Tibet dei Current 93 - progetto musicale che conosco etichettato come folk apocalittico o neo-folk - recupero in libreria Nottuario, una raccolta dei suo racconti.
Il libro è diviso in tre parti: "Studi nell'ombra", "Discorso sull'oscurità" e "Taccuino notturno". Quest'ultima sezione contiene una ventina di storie di una o due pagine. Nell'introduzione chiamata "Di notte, al buio. Appunti critici sulla narrativa del mistero", lo stesso Ligotti introduce il suo pensiero affermando che "nella vita, l'esperienza del mistero è un dato di fatto inevitabile e fondamentale", e che "l'effetto principale dei racconti del mistero è la percezione della cosidetta irrealtà macabra", una visione in cui la realtà si presenta come un costrutto fragile, pronta a svelare un mondo di orrore incommensurabile.
Leggere Ligotti non è stato affatto facile. L'orrore che propone è psicologico, quasi filosofico. Alcuni racconti mi sono piaciuti, come "Conversazioni in lingua morta" e "La voce nelle ossa", ma andando avanti ho avuto la sensazione di perdermi in una matassa nera come la pece. La concentrazione si è fatta sempre più difficile e il filo narrativo mi è parso ripetersi in modo stanco, rendendo alcune storie frustrantemente simili tra loro. Ho trovato il tutto estremamente contorto e difficile da leggere al punto che in alcuni momenti il mio cervello pareva vagasse per conto suo, e l'orrore lasciava spazio alla fatica. Nella terza parte, di fronte a una sfilza di brevi racconti, ammetto di aver contato le pagine che mancavano per concludere questa lenta agonia.
Forse "Nottuario" non è il libro giusto per avvicinarsi a Ligotti per la prima volta, o forse semplicemente non è scattata la scintilla.
Proverò a leggermi "La cospirazione contro la razza umana" dal momento che l'ho già comprato, ma sicuramente, prima di avvicinarmi a Ligotti, lascerò passare del tempo.
Libri
La strada
Cormac McCarthy
La Strada di Cormac McCarthy è considerato uno dei capolavori letterari degli anni duemila. Proprio in questi giorni il New York Times ha pubblicato una classifica con i migliori cento libri del XXI secolo e il romanzo di McCarthy, al di là del valore che gli si vuole dare a questa lunga lista, si trova al tredicesimo posto. Pubblicato nel 2006, La Strada è il primo libro che leggo di quest'autore americano. Da questo romanzo è stato tratto un film omonimo (che ancora non ho visto ma che vorrei vedere prossimamente) e una recente graphic novel illustrata da Manu Larcenet.
Ci troviamo in un mondo post-apocalittico, grigio e in rovina. Un imprecisato cataclisma ha ridotto il nostro mondo in un luogo spoglio e ostile, un luogo freddo ricoperto di cenere dove ogni giorno i sopravissuti lottano per la sopravvivenza cercando di reprimere la fame e la disperazione. In questo scenario desolante troviamo i nostri due protagonisti, un padre e suo figlio, entrambi senza nome, che viaggiano in questa distesa bruciata, spingendo un carrello, con quel poco che è rimasto, lungo una strada americana. I due cercano di spostarsi verso sud nella speranza di trovare un clima più caldo, fermandosi di volta in volta tra le macerie delle case per cercare qualcosa da mangiare, facendo attenzione a non cadere vittime dei predoni e delle bande di disperati che si nutrono di carne umana.
Il libro trasmette una opprimente sensazione di angoscia e disperazione ed è basato fondamentalmente sul rapporo tra il padre e il figlio, un rapporto tenero e straziante la cui comunicazione è ridotta al minimo, ma ogni parola, persino il silenzio, è carica di significato. Il padre è un guerriero stanco che cerca disperatamente di proteggere il suo bambino, mentre il figlio, con la sua innocenza e speranza, diventa una sorta di luce in mezzo a tanta oscurità.
La grande forza di questo romanzo è la scrittura di McCarthy, la sua è una prosa cruda, scarna, e spesso priva di punteggiatura tradizionale. E' un libro essenziale, dove i giorni si ripetono l'uno dopo l'altro, sempre uguali nel loro triste grigiore e dove, in apparenza, non succede quasi nulla. E' una storia di sopravvivenza, quella fisica ma sopratutto morale. Probabilmente il finale si risolve in maniera troppo forzata e poco credibile, io nel mio pessimismo cosmico lo avrei fatto finire in un altro modo, ma capisco che per incontrare il favore dei lettori il fuoco della speranza deve ardere e il viaggio continuare.
Libri