
La strada
Cormac McCarthy
La Strada di Cormac McCarthy è considerato uno dei capolavori letterari degli anni duemila. Proprio in questi giorni il New York Times ha pubblicato una classifica con i migliori cento libri del XXI secolo e il romanzo di McCarthy, al di là del valore che gli si vuole dare a questa lunga lista, si trova al tredicesimo posto. Pubblicato nel 2006, La Strada è il primo libro che leggo di quest'autore americano. Da questo romanzo è stato tratto un film omonimo (che ancora non ho visto ma che vorrei vedere prossimamente) e una recente graphic novel illustrata da Manu Larcenet.
Ci troviamo in un mondo post-apocalittico, grigio e in rovina. Un imprecisato cataclisma ha ridotto il nostro mondo in un luogo spoglio e ostile, un luogo freddo ricoperto di cenere dove ogni giorno i sopravissuti lottano per la sopravvivenza cercando di reprimere la fame e la disperazione. In questo scenario desolante troviamo i nostri due protagonisti, un padre e suo figlio, entrambi senza nome, che viaggiano in questa distesa bruciata, spingendo un carrello, con quel poco che è rimasto, lungo una strada americana. I due cercano di spostarsi verso sud nella speranza di trovare un clima più caldo, fermandosi di volta in volta tra le macerie delle case per cercare qualcosa da mangiare, facendo attenzione a non cadere vittime dei predoni e delle bande di disperati che si nutrono di carne umana.
Il libro trasmette una opprimente sensazione di angoscia e disperazione ed è basato fondamentalmente sul rapporo tra il padre e il figlio, un rapporto tenero e straziante la cui comunicazione è ridotta al minimo, ma ogni parola, persino il silenzio, è carica di significato. Il padre è un guerriero stanco che cerca disperatamente di proteggere il suo bambino, mentre il figlio, con la sua innocenza e speranza, diventa una sorta di luce in mezzo a tanta oscurità.
La grande forza di questo romanzo è la scrittura di McCarthy, la sua è una prosa cruda, scarna, e spesso priva di punteggiatura tradizionale. E' un libro essenziale, dove i giorni si ripetono l'uno dopo l'altro, sempre uguali nel loro triste grigiore e dove, in apparenza, non succede quasi nulla. E' una storia di sopravvivenza, quella fisica ma sopratutto morale. Probabilmente il finale si risolve in maniera troppo forzata e poco credibile, io nel mio pessimismo cosmico lo avrei fatto finire in un altro modo, ma capisco che per incontrare il favore dei lettori il fuoco della speranza deve ardere e il viaggio continuare.
Libri