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mercoledì, 12 novembre 2025
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The Invitation

di Karyn Kusama

C'è qualcosa di profondamente disturbante nelle cene tra vecchi amici. Quelle rimpatriate dove tutti sorridono un po' troppo, nessuno dice davvero quello che pensa, e tu finisci per chiederti perché diavolo hai accettato l'invito. The Invitation di Karyn Kusama - regista statunitense nota, in negativo a dir la verità, per Aeon Flux e Jennifer’s Body - prende esattamente quella sensazione e la trasforma in un thriller psicologico da camera ambientato quasi interamente in un’unica location.

Will (Logan Marshall-Green), accompagnato dalla fidanzata Kira, accetta di partecipare a una cena in una lussuosa casa sulle colline di Los Angeles organizzata dalla sua ex moglie Eden (Tammy Blanchard) e dal suo nuovo compagno David. Segnato da una tragedia — la perdita del figlio avuto con Eden — Will si ritrova circondato da vecchi amici e alcuni sconosciuti, avvertendo fin da subito che qualcosa nell’aria non quadra. Eden e David dicono di aver trovato la pace grazie a un misterioso gruppo di sostegno in Messico, una sorta di setta mistica, e propongono ai presenti un’esperienza di “liberazione”. Man mano che la serata procede, tra volti familiari, ambienti intimi e silenzi inquietanti, Will percepisce che quell’invito nasconde più di una semplice ospitalità. Forse è solo la sua ferita a renderlo sospettoso, oppure qualcosa di più sinistro è in agguato.

The Invitation è un thriller "teatrale" alla Polanski, che si svolge quasi interamente all’interno di una casa, lento, claustrofobico e paranoico, costruito più sui dialoghi, sull’attesa e sulle tensioni che sui colpi di scena. Il tema centrale è il lutto e le strategie di sopravvivenza che adottiamo per convivere con il dolore. Will fatica ad accettare come Eden sia riuscita a lasciarsi alle spalle la sofferenza per la perdita del loro figlio, trovandosi spaesato in un posto dove tutti cercano felicità e leggerezza, ma dove ogni gesto e ogni parola sembrano fuori posto. Kusama gioca tutto sull’incertezza. Ti tiene sospeso, senza mai farti capire se la diffidenza di Will sia giustificata o solo il frutto della sua mente provata dal dolore. Ti ritrovi a dubitare insieme a lui, a chiederti se dietro quei sorrisi e quella calma innaturale ci sia davvero qualcosa di oscuro, o se sia solo la sua ferita a deformare la realtà.
La scena iniziale, unica girata all’esterno, in cui Will investe accidentalmente un coyote e lo uccide per porre fine alle sue sofferenze, anticipa in maniera evidente — e forse anche prevedibile — la tensione morale e la violenza improvvisa che sfoceranno nel finale. Una metafora tra la scelta di annullare il dolore attraverso la morte, oppure continuare a vivere con una sofferenza che probabilmente non ti abbandonerà mai.
Il finale apocalittico, con quelle lanterne rosse che si accendono nelle case circostanti, mi ha ricordato per certi versi il finale di Fight Club. Un’idea interessante che chiude il film con un brivido lungo la schiena.
Passato un po’ in sordina, The Invitation resta un thriller psicologico da scoprire, elegante, teso e capace di farvi guardare con sospetto anche le cene tra amici più innocue.

Film
Thriller
Drammatico
USA
2015
domenica, 6 agosto 2023
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February - L'innocenza del male

di Oz Perkins

February - L'innocenza del male (The Blackcoat's Daughter) è un horror psicologico del 2015, opera prima di Oz Perkins, il figlio di Anthony Perkins (il protagonista di Psycho). In Italia il film non è mai apparso nella sale e attualmente si può vedere su Prime. 

La storia è ambientata durante un freddo inverno in un austero collegio cattolico femminile e vede come protagoniste due adolescenti, Kat (Kiernan Shipka) e Rose (Lucy Boynton) costrette per diversi motivi a passare le vacanze invernali dentro la struttura vuota in compagnia solo di due suore. I genitori di Kat non sono venuti a prenderla mentre Rose ha intenzionalmente comunicato loro una data sbagliata per potersi vedere con il fidanzato. Sole, tutt’altro che amiche, le due ragazze si ritrovano a vivere una convivenza forzata che da lì a breve si trasforma in un bagno di sangue. Parallelamente seguiamo le vicende di Joan (Emma Roberts), un ambigua ragazza scappata da un ospedale psichiatrico che accetta un passaggio in macchina da una coppia.

February è un horror d'atmosfera, sospeso, minimale ma anche cruento, caratterizzato da una fredda ambientazione invernale e da una malinconica e profonda solitudine. Il film ha un ritmo lento, sopratutto nella prima parte, con delle inquadrature, delle sequenza dilatate e una crescente tensione che per certi versi mi ha ricordato il David Lynch di Twin Peaks. La trama è volutamente contorta, e solo alla fine, quando abbiamo tutti gli elementi al posto giusto, diventa leggibile. È un film soprannaturale, sulla possessione demoniaca ma che affronta in maniera esplicita il tema dell'abbandono e della solitudine. Ottima la colonna sonora realizzata dal fratello di Perkins con dei suoni disturbanti e stridenti che rendono bene il tormento e il disagio delle protagoniste. 
Un horror demoniaco originale. Buona la prima Oz!

Film
Horror
Possessione demoniaca
USA
2015

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