
Un chien andalou
di Luis Buñuel e Salvador Dalì
Un chien andalou (Un cane andaluso) è un cortometraggio di una quindicina di minuti realizzato nel 1929 da Luis Buñuel con la complicità creativa di Salvador Dalí.
Considerato il primo film surrealista della storia del cinema, la pellicola fece scalpore all’epoca per le sue scene audaci, oniriche e profondamente provocatorie.
Oggi Un chien andalou è celebrato come uno dei manifesti del cinema d’avanguardia, un’opera fondamentale del cinema muto che ha infranto le convenzioni narrative tradizionali. La celebre scena dell’occhio tagliato da un rasoio, attorno alla quale sono stati versati fiumi di inchiostro, è ormai un’icona culturale. Sebbene si tratti di un fotomontaggio – l’occhio tagliato appartiene in realtà a un vitello morto – l’immagine riesce a suscitare ancora oggi repulsione e stupore. E una sequenza che rappresenta alla perfezione lo spirito del surrealismo come atto di rottura, che "squarcia" letteralmente l’occhio dello spettatore, costringendolo a vedere oltre la superficie della realtà e a immergersi in un universo più profondo, quello dell’inconscio.
Il cortometraggio, privo di una trama lineare, si dipana attraverso una successione di immagini che sfidano la logica e la razionalità. Buñuel e Dalí utilizzano simboli potenti, spesso inquietanti, per evocare temi universali come il desiderio, la morte, la violenza e la sessualità. La scena in cui il protagonista, che brama la donna, trascina con delle catene due preti morti (uno dei quali interpretato dallo stesso Dalí nei primi fotogrammi), insieme a due pianoforti con sopra le carcasse di animali, è particolarmente significativa. E' una scena in cui emerge la volontà di abbattere simbolicamente le istituzioni oppressive, come la religione e la cultura borghese, per accedere a un mondo più autentico, fatto di desideri primordiali e libertà assoluta. L’uso del montaggio e dei contrasti visivi contribuisce a creare un’atmosfera disturbante, capace di trascinare lo spettatore in un viaggio onirico e surreale.
Un chien andalou non è un’opera da guardare con occhi "normali". È un’esperienza che deve essere vista lasciandosi trasportare dal flusso delle immagini, proprio come in un sogno. La sua eredità ha influenzato numerosi registi e artisti, da Alfred Hitchcock, con il suo uso del simbolismo in "Io ti salverò" e "Vertigo", a David Lynch, che ne ha assorbito l’estetica surreale in "Eraserhead" e "Mulholland Drive". Anche registi visionari come Federico Fellini, Terry Gilliam e Lars von Trier hanno attinto dal linguaggio audace e disturbante di Buñuel, mantenendo vivo il suo spirito rivoluzionario.
Film
Ricatto
di Alfred Hitchcock
Ricatto (Blackmail) del 1929 è il primo film sonoro di Alfred Hitchcock. Inizialmente il film venne girato come un film muto ma con l'avvento del sonoro, poco prima di concludere le riprese, Hichcock decise di rigirare alcune scene aggiungendo i dialoghi degli attori.
Protagonista del film è Alice White (interpretata da Anny Ondra) che dopo aver litigato con il suo fidanzato, il detective di Scotland Yard, Frank Webber (John Longden) ingenuamente accetta di salire nello studio di un affascinante pittore che la sta corteggiando. Quando l'uomo tenta di abusare di lei, Alice afferra un coltello e lo uccide. Sconvolta la donna cerca di cancellare le sue tracce e fugge dall'appartamento. La mattina dopo, Webber, mandato a indagare sull'omicidio, trova nell'appartamento un guanto della fidanzata e senza dire nulla ai suoi colleghi si precipata a casa della sua fidanzata per chiedergli spiegazioni. La ragazza è visibilmente scossa ma Webber, innamorato di lei, intende coprirla. La situazione sfugge di mano quando si presenta un losco individuo (Donald Calthrop), un malvivente che ha trovato l'altro guanto di Alice nei pressi del luogo del delito, il quale in cambio del suo silenzio intende ricattarli.
"Ricatto" è un'opera fondamentale per comprendere la crescita artistica di Alfred Hitchcock, capace non solo di descrivere il senso di colpa e il dramma interiore di una donna in modo magistrale ma di mostrare anche la sua grande adattibilità alla nuova tecnologia del sonoro. Un esempio iconico è la scena in cui Alice, tormentata dai sensi di colpa, sente ripetutamente la parola "coltello" durante una conversazione, che si trasforma in un elemento ossessionante e quasi claustrofobico.
Il film riscosse grande successo di pubblico e consacrò Hitchcock come il regista inglese più apprezzato del periodo.
Film