
Hereditary
di Ari Aster
Hereditary - Le radici del male (mannaggia ai titoli italiani) è il primo lungometraggio di Ari Aster. Uscito nel 2018 e prodotto dalla A24 (tanto per cambiare) Hereditary è un film horror che gioca sulla tensione per poi sfociare nell'orrore puro.
Annie Graham (una bravissima Toni Collette) e la sua famiglia, dopo la morte dell'anziana madre, si ritrova a dover affrontare la sinistra eredità della sua stirpe. Annie è un artista che lavora nel campo del modellismo, soffre di sonnambulismo e nonostante il supporto del premuroso marito (Gabriel Byrne) ha dei difficili rapporti con i suoi due figli: l'inquietante e disturbata Charlie, e il giovane liceale Peter. Quando la famiglia subisce un terribile trauma, la situazione degenera portando alla luce la verità sulla maledizione che incombe sui Graham.
Fin dalla scena iniziale di Hereditary ci rendiamo conto della qualità e dell'ottima tecnica con cui è stato girato l'opera prima di Aster. Inizialmente assistiamo a quello che sembra essere un thriller psicologico. Non si sa se alcune situazioni siano frutto dell’immaginazione causata dall’instabilita psicologica di Annie oppure abbiano a che fare con delle vere e proprie presenze sovrannaturali. Il finale non lascia alcun dubbio anche se personalmente avrei preferito prendesse un altra direzione.
A livello di regia ci sono delle sequenze davvero ben riuscite. Una su tutte, il lungo primo piano di Peter in macchina dopo la tragedia della sorella che prosegue quando si trova sul letto e la famiglia apprende quanto accaduto. Ci sono poi delle scene in cui nel buio avvertiamo delle presenze e la tensione si fa davvero palpabile, per esempio quella in cui abbiamo un primissimo piano sempre di Peter (questa volta dall'alto verso il basso), e sull’angolo sinistro vediamo immobile (la sorella?) mentre nell’angolo opposto intravediamo nel buio il ghigno della madre. Davvero spaventoso.
Poi per carità, ci sono pure delle cose che non tornano e alcune che sembrate forzate, ma in linea di massima il film ti lascia un bel senso di angoscia e questo lo rende di conseguenza un buon horror.