
Confessions
di Tetsuya Nakashima
Thriller psicologico giapponese del 2010 diretto dal giapponese Tetsuya Nakashima basato sul romanzo omonimo di Kanae Minato.
La storia ruota attorno a Yuko Moriguchi (Takako Matsu), una insegnante di scuola media la cui vita viene devastata dal ritrovamento del cadavere della propria figlia di quattro anni affogata nella piscina scolastica. Inizialmente considerato un incidente, la morte della bambina si rivela presto essere un omicidio, commesso da due studenti della stessa classe dove insegna.
Nel giorno del suo ultimo discorso prima di lasciare l'insegnamento, la signora Moriguchi rivela alla sua classe di essere a conoscenza della vera natura della morte della figlia e dell'identità dei colpevoli. Sapendo che in Giappone i minori non possono essere incriminati, Moriguchi inizia a elaborare un lento ed inesorabile piano di vendetta avviando una catena di eventi che porterà entrambi i colpevoli a confrontarsi con le conseguenze delle loro azioni in modi profondamente disturbanti e tragici.
Confessions è un revenge movie che offre molteplici spunti di riflessione sul fallimento del sistema scolastico e familiare giapponese, esplorando tematiche come il bullismo, la solitudine e la violenza tra i giovani. Le azioni crudeli compiute dagli adolescenti nel film rivelano una complessità e un malessere esistenziale profondi. Temi come il suicidio, l'isolamento e la costante pressione competitiva sono ricorrenti sia nella letterature che nel cinema e riflettono problemi ben radicati nella società giapponese.
Dal punto di vista realizzativo Nakashima confeziona un film visivamente bello da vedere ma con una fotografia, un montaggio e sopratutto un uso smodato del rallenty che richiama un pò troppo l'estetica dei videoclip. Sembra come che il regista si sia fatto un pò prendere la mano, enfatizzando e portando all'estremo alcuni virtuosismi e soluzioni visive che, se non dosate bene, perdono della lora efficacia finendo per appesantire - anzi in questo caso il termine adatto è rallentare - una storia che secondo me poteva essere molto più cupa e cruda di quanto non sia stata raccontata.
Film
IQ84
Haruki Murakami
Senza dubbio Haruki Murakami è il mio scrittore contemporaneo preferito.
Da quando, parecchi anni fa, lessi Tokyo Blues ogni suo libro mi ha coinvolto emotivamente fino a raggiungere l'apice con quelli che ritengo i suoi capolavori, L'uccello che girava le viti del mondo e La fine del mondo e il paese delle meraviglie. Scorrendo la sua bibliografia vedo che me ne mancano molti degli anni duemila che vorrei presto recuperare.
1Q84 è una trilogia. I primi due libri sono stati pubblicati in Giappone in contemporanea nel 2009, mentre il terzo è uscito l'anno successivo. Nell'edizione che ho io, Einaudi, i primi due libri sono stati accorpati in un unico libro. In totale siamo sulle 1200 pagine circa.
La storia, ambientata nel 1984, è quella di Aomame e Tengo, compagni di classe alle elementari, innamorati l'uno dell'altro, senza che l'altro lo sappia. I due non si vedono da vent'anni ma entrambi si ricordano di un particolare evento, una semplice, breve stretta di mano che ha segnato la loro esistenza e che, anche da adulti, rivivono con una intensa passione.
Aomame è una istruttrice di arti marziali e ginnastica distensiva che nel tempo libero si trasforma in una letale e spietata serial killer in minigonna e tacchi a spillo che uccide, con una tecnica micidiale e invisibile, gli uomini che hanno compiuto violenza sulle donne.
Tengo è un insegnante di matematica e aspirante scrittore che, contattato dal suo editore, accetta di riscrivere un romanzo intitolato "La crisalide d'aria", scritto da una ragazza di diciassette anni di nome Fukada Eriko che racconta di un mondo alternativo che ha due lune nel cielo e degli strani personaggi chiamati Little People.
Un giorno Aomame, mentre si appresta a raggiungere il suo prossimo obiettivo, rimane imbottigliata nel traffico, così per arrivare in tempo scende dal taxi in cui stava, prende una scala di emergenza della tangenziale, e non rendendosi subito conto si ritrova catapultata nella realtà alternativa di 1Q84, un mondo simile al suo tranne per alcuni particolare e per il fatto che nel cielo risplendono due lune.
Nei primi due libri ogni capitolo racconta, alternandosi, la storia di Aomame e Tengo, mentre dal terzo, subentra nella rotazione Ushikawa, un astuto investigatore privato dall'aspetto raccapricciante che ha il compito di trovare Aomame dopo che quest'ultima ha ucciso il leader di una misteriosa setta religiosa.
IQ84 contiene tutti i tratti che ho sempre apprezzato nei romanzi di Murakami, raccontando con una scrittura scorrevole e accattivante personaggi solitari e malinconici in un mondo surreale, fantastico e onirico. La prosa è ipnotica, alterna momenti intensi a passaggi quasi sospesi, a tratti rallentati dalla minuzia delle descrizioni – soprattutto nel secondo volume, che in alcuni punti rischia di perdersi un po’. Superata questa parte, però, la trama è tornata a catturarmi, e mi sono ritrovato ad affezionarmi visceralmente ai due protagonisti.
È stato un viaggio magico ed emozionante, che mi ha accompagnato in un momento di transizione della mia vita e che per me resterà una lettura da portare dentro per parecchio tempo.