
Un buio diverso
Luigi Musolino
Luigi Musolino è considerato uno degli autori più validi del panorama horror italiano contemporaneo. Avevo già letto la sua novella nera Pupille, che mi aveva colpito per il suo stile asciutto e la capacità di evocare atmosfere inquietanti e terrificanti. Dopo aver letto questa raccolta antologica, posso dire che Musolino mi ha definitivamente conquistato.
Un buio diverso è una antologia di racconti che esplora l’oscurità e il male che si trova nell'animo umano, nei luoghi misteriosi e negli angoli dimenticati della vita quotidiana, i cosiddetti "Necromilieus".
In tutto sono quindici racconti, che si alternano da quelli più lunghi a quelli di poche pagine, preceduti da una visionaria iilustrazione di David Fragale.
Il racconto d'apertura, "Come cani", è un vero pugno allo stomaco. La storia è quella di un contadino che, insieme a un cane da sempre legato a una catena, ha vissuto tutta la sua vita nell'ombra di un padre violento e autoritario. È una narrazione cruda e disturbante dove il dolore e la brutalità umana raggiungono livelli insostenibili. Un altro racconto che mi ha colpito è "La foresta, i bivi" dove una coppia in crisi si reca in Romania per un intervento odontoiatrico. Durante il loro soggiorno i due si addentrano in un bosco venendo inghiottiti da un male atavico. "Lago senza domani" è un'altra perla, con due amici che decidono di accamparsi presso un lago maledetto. Poi c'è "La Copia" dove il protagonista riesce a trasferire su carta il suo io più oscuro, dando vita ai suoi desideri più proibiti. "L'ultima scatola" tocca corde emotive delicate, raccontando il singolare modo di un padre e un figlio contorsionisti di affrontare un lutto. Infine, il racconto che chiude la raccolta, "Un buio diverso", forse quello il più sconvolgente di tutti. La storia è quella di una coppia felice e benestante che si ritrova ad affrontare il dramma della scomparsa della figlia piccola persa in un supermercato. Il dolore di questa perdita si trasforma in una lenta discesa nella disperazione, dove un buio ancora più oscuro e malvagio diventa l'unica consolazione. Sarà che sono padre di un bambino ma a me questo racconto, a distanza di giorni, continua ancora a ronzarmi in testa. Devastante.
Musolino scrive davvero bene. Il suo stile è semplice e diretto, ma sa colpire in profondità, toccando le corde delle nostre paure più recondite e ancestrali. Con grande maestria, riesce a evocare un senso di disagio e inquietudine che si insinua piano, fino a diventare un vero terrore psicologico. Un buio diverso è un libro cupo, un horror profondamente pessimista, dove i protagonisti sprofondano nella disperazione umana e negli anfratti più oscuri di una realtà ostile. Sono personaggi sconfitti, che prendono decisioni sbagliate e si ritrovano in abissi senza fondo, dove la normalità si deforma fino a diventare un incubo.
C'è un forte richiamo all'orrore cosmico di Lovecraft, ma Musolino lo declina in contesti quotidiani, nascondendolo tra le pieghe della vita di tutti i giorni, lì dove la realtà si disgrega sotto l'influenza di forze oscure e inarrestabili. I racconti sono appiccicosi, permeati da un'oscurità densa e oleosa, con alcuni che restano impressi nella mente molto a lungo.
Non sorprende che alcune delle sue novelle siano state tradotte per il mercato statunitense, un riconoscimento che testimonia ulteriormente il valore delle sue opere e la capacità di Musolino di toccare paure universali, comprese oltre i confini nazionali.
Libri
I terrestri
Murata Sayaka
Murata Sayaka è una scrittrice giapponese autrice del bestseller La ragazza del convenience store. Non l'ho ancora letto ma conto di farlo in un prossimo futuro.
Mi sono avvicinato a questo romanzo senza conoscere l'autrice e senza sapere cosa aspettarmi. Leggendo la sinossi del libro e guardando la copertina uno si aspetterebbe di leggere una storia con protagonista una sorta di Lamù o Sailor Moon. Niente di più sbagliato.
Natsuki è una ragazzina di undici anni convinta di essere una maga e di possedere dei poteri magici grazie a un portacipria e una bacchetta donati da un pupazzo di peluche chiamato Piyut proveniente dal pianeta Pohapipinpobopia. Natsuki vive con i suoi genitori e una sorella capricciosa ed egoista di un paio di anni più grande. La madre sembra nutrire affetto solo per la primogenita riversando su Natsuki tutte le sue frustrazioni e amarezze. Il padre è assente e la sua presenza si limita solo nell'infliggergli punizioni. Costantemente criticata e umiliata dai suoi genitori Natsuki sembra trovare un motivo di esistere solo nel suo mondo fantastico.
Ogni estate la famiglia si riunisce insieme a tutti i fratelli e cugini nella casa dei nonni paterni tra le montagne di Akishina per la festa degli Obon (la festa giapponese che commemora e ricorda i defunti). Questo è l'unico luogo in cui Natsuki si sente felice perchè ha l'occasione di condividere le sue fantasie con il cugino coetaneoYuu, un ragazzo che proviene da una famiglia disagiata convinto di essere un extraterrestre in attesa che qualcuno lo porti sul suo pianeta d'origine. Nei mesi successivi Natsuki subisce degli abusi sessuali da parte del suo insegnante - non venendo creduta dalla madre che l'accusa di voler attirare l’attenzione - e il suo corpo reagisce perdendo prima il gusto e poi l’udito da un orecchio. L'estate successiva Natsuki e Yuu si ritrovano e il loro legame profondo viene sugellato da un "matrimonio" segreto comprensivo di rapporto sessuale che, non appena scoperto, scatena l'ira degli adulti, segna una rottura tra le loro famiglie e porta alla loro separazione.
Nella seconda parte del romanzo ritroviamo Natsuki, ormai trentenne, sposata con Tomohiko, personaggio ancora più dissociato convinto che gli individui sono ingranaggi di una grande fabbrica che li obbliga a lavorare e generare figli.
Non vado oltre perchè il romanzo, sopratutto nel finale, prende una piega inaspettata e degenerativa alquanto inquietante.
Il romanzo di Murata Sayaka sembra in superficie una fiaba (che sfocia nell'orrore) con protagonista una moderna Cenerentola ma in realtà è una critica feroce nei confronti della società giapponese che emargina coloro che non sono allineati e non seguono le regole (istruzione, lavoro, matrimonio, figli) facendoli sembrare dei veri e propri alieni, al cospetto de "i terrestri". Stiamo parlando del malessere sociale che da tempo dilaga in Giappone, e che per certi versi si può riscontrare anche in occidente, di una generazione oppressa nel dimostrare di essere all'altezza del modello sociale che gli viene imposto e che li vuole tutti belli, felici e vincenti.
Natsuki, Yuu e Tomohiko, entrambi traumatizzati dalle loro famiglie, decidono di infrangere queste regole eliminando tutti i limiti imposti dalla società, e nel cercare la loro via di fuga e ribellione finiscono per perdere ogni tipo di inibizione e... umanità, d'altra parte sono alieni.
Un romanzo provocatorio che parla di disagio e diversità. Suggestivo, sconcertante e parecchio straniante.