
Lives Outgrown
Beth Gibbons
Beth Gibbons, nota per essere stata la cantante dei Portishead con i quali ha realizzato dei veri e propri capolavori, ha da poco pubblicato il suo primo album da solista, Lives Outgrown.
Fa un pò strano pensare che a parte alcune collaborazioni in trent’anni di carriera questo sia il primo album a suo nome.
Lives Outgrown ha avuto undici anni di gestazione, un periodo durante il quale l'autrice inglese ha vissuto dei lutti, accarezzando il mutamento della vita, i limiti del proprio corpo e la triste consapevolezza della inevitabile mortalità. Un momento della vita in cui immaginare il futuro non provoca più le stesse emozioni e in cui prevale una maggiore propensione alla propria accettazione.
L'album è abbastanza cupo e, come giusto che sia, non ha richiami ai Portishead. Non saprei neanche classificarlo in un genere, diciamo un folk post-rock molto stratificato. C'è la sua voce inconfondibile è questo basta già a farmelo apprezzare. I dieci brani che compongono l'album sono belli e intensi, ma come un buon vino bisogna farlo decantare. Sicuramente ha bisogno di tempo e di molti ascolti. Un disco intimo e malinconico.
Al momento mi piacciono molto Floating on a Moment, Lost Changes, vagamente pinkfloydiano, e sopratutto l'evocativo pezzo che chiude l'album, Whispering Love.

The Pilgrim, Their God and The King Of My Decrepit Mountain
Tapir!
Album di esordio di questo gruppo inglese chiamato Tapir! (come l'animale con il naso a proboscide). Provengono da Londra e sono in sei, sempre ritratti, sia nei video che nelle fotografie, con delle maschere rosse che fa molto folk horror. Il disco raccoglie tre ep presentati come tre atti e racconta la storia di una creatura immaginaria - The Pilgrim, precisamente - che si avventura in un mondo fantastico, viaggiando tra mari tempestosi e montagne popolate da strani animali e divinità. Una fiaba moderna che potrebbe collocare il disco in territori progressive se non fosse che musicalmente i dodici pezzi che compongono l'album non sono caratterizzati da particolari eclettismi e cavalcate ritmiche, tutt'altro. Sono brani folk, pacati, sognanti e bucolici che potrebbero ricordare un Nick Drake ma con inserti elettronici alla Radiohead e degli accenti postrock alla Godspeed you black emperor sopratutto nel pezzo che chiude l'album.
Brani preferiti On A Grassy Knoll (We'll Bow Together), Broken Ark e Untitled.
Musica
I Inside The Old Year Dying
P J Harvey
Ma quanto sono affezionato a questa ragazza (peraltro mia coetanea)?
L'utimo album di Polly è un gioiello che brilla di una luce scura e ammaliante, dolce e ruvido alla stesso tempo. Rispetto agli ultimi dischi, la parte rock, ritmica e rumorosa si attenua lasciando spazio a dei brani folk, molto più intimi, misteriosi e intensi, dove la compositrice inglese ci regala una sorta di raccolta di poesie in musica. Questo disco è un abbraccio caldo ed emotivamente coinvolgente.
Mi sa che mi è piaciuto.
Curiosità: Alcuni testi sono cantati in un inglese aulico e si riallacciano a Orlam, il romanzo in versi pubblicato l'anno scorso.
Brani preferiti: Tutti.
Musica