
Terrifier
di Damien Leone
Il clown fa paura. Mio figlio di sette anni quando vede un pagliaccio o un mimo che fa i palloncini a forma di cane si irrigidisce e si allontana. È evidente che questi bizzarri personaggi dal naso rosso e dalle scarpe giganti più che strapparci una risata ci incutono timore. Si chiama coulrofobia, la paura dei clown, e pare che una persona su sette ne soffra a diversi livelli. Se pensiamo a personaggi come il Pennywise di "It" o il Joker di "Batman", ci rendiamo conto di come nel nostro immaginario la figura del pagliaccio sia sempre di più associata alla paura. Tutto questo preambolo per introdurvi Art, il malvagio e sadico clown creato da Damien Leone, che nel giro di pochi anni è diventato protagonista di una serie di film e cortometraggi entrando nel cuore dei fan dell’orrore.
Terrifier del 2016 è il primo lungometraggio di Leone dopo All Hallows' Eve, l'antologico dei suoi corti in cui veniva presentato per la prima volta Art il Clown. È un film indipendente realizzato con un piccolo budget grazie ad un crowdfunding su internet che ha avuto una distribuzione limitata uscendo solo in home-video.
La trama, se così possiamo chiamarla, è tanto lineare quanto efficace: è la notte di Halloween, due ragazze ubriache si trovano per strada cercando di tornare a casa dopo una festa. Mentre discutono su chi guiderà, attirano l’attenzione di un clown così inquietante da far sembrare Pennywise un semplice artista di strada. Le due amiche per riprendersi dalla sbornia decidono di recarsi in una pizzeria e prendere qualcosa da mangiare ma Art il Clown (David Howard Thornton) le raggiunge iniziando a provocarle con il suo comportamento bizzarro e sinistro. Da lì a poco la loro serata si trasfomerà in un incubo grottesco e le due ragazze si ritroveranno in una vera e propria casa degli orrori in balìa dello psicopatico pagliaccio che si diverte a praticare mutilazioni e omicidi.
Non aspettatevii grandi spiegazioni o intricati retroscena: "Terrifier" è puro, sanguinolento divertimento splatter. Un omaggio agli slasher degli anni '80 in cui la trame e i dialoghi vengono messi in secondo piano e la violenza eccessiva e disturbante la fa da padrona.
Thornton, nei panni di Art, è perfetto con la sua mimica facciale esagerata e il suo silenzio inquietante. Ogni sua mossa, ogni suo sguardo, trasuda una malvagità che non ha bisogno di parole per essere comunicata.
Le scene di violenza sono il piatto forte. Con pochissimo CGI e tanta maestranza, Damien Leone ci regala delle sequenze con violenza estrema mostrando una passione per il gore quasi artistica. La donna segata a metà mette davvero a dura prova. Nonostante tutto la scena che ho preferito è quella dell'ingresso di Art in pizzeria. Niente violenza, solo estremo disagio. Il budget limitato si fa sentire in alcuni momenti, ma il giovane regista è abbastanza abile e ciò che manca in risorse lo compensa con creatività e audacia. Interessante la fotografia e l'uso dei colori alla Mario Bava. La sceneggiatura è la parte più debole, praticamente assente, ma per un film che non si prende troppo sul serio, se non quello di spaventare e disgustare, ci può stare. Perfetto per una maratona di Halloween o per una serata in cui vuoi testare la resistenza allo splatter.