
Piove
di Paolo Strippoli
Dopo aver esordito accanto a Roberto De Feo in A Classic Horror Story del 2021, il giovane regista pugliese Paolo Strippoli debutta in solitaria dietro la macchina da presa con Piove del 2022.
In un quartiere di periferia di una Roma sporca e violenta, una famiglia spezzata da un tragico incidente automobilistico tenta di sopravvivere tra tensioni, rabbia e incomprensioni. Dopo la morte di sua moglie, Thomas (Fabrizio Rongione), si porta dietro un senso di colpa che sta avvelenando il rapporto con il figlio Enrico (Francesco Gheghi), un adolescente ribelle e provocatore, e la piccola Barbara (Aurora Menenti), la più giovane della famiglia, costretta sulla sedia rotelle dall’incidente che ha causato la morte della madre. Quando una forte e incessante pioggia si abbatte su Roma, dalle fogne, i vapori di una misteriosa sostanza si propaga all'interno delle case provocando una follia omicida che in breve tempo porta alla follia.
Il film è un dramma il cui orrore si manifesta solo nell'ultimo atto - la parte più interessante - usando il trauma vissuto da una famiglia per raccontare l'odio, il rancore e la rabbia in forma di un incubo melmoso e opprimente. Ho apprezzato la rappresentazione di una Roma cupa e desolata, un pò alla Seven, che descrive bene il senso di isolamento e la frustrazione dei suoi protagonisti. Il film ha una buona fotografia e un elegante regia ma la sceneggiatura di certo non spicca di originalità legandosi ad alcuni temi, molto italiani, già ampiamente trattati in numerose pellicole degli ultimi anni - il dramma familiare, il rapporto generazionale padre-figlio, il malesessere dei giovani. Alcune scene sono però molto interessanti, per esempio quella della rappresentazione della madre/moglie che si manifesta in contemporanea al figlio e al marito per istigare l'impulso omicida, oppure quella della casa piena di palloncini in cui il ragazzo si perde alla ricerca del padre da uccidere. Anche la rappresentazione della rabbia che assume la forma di un umanoide fangoso è stata realizzata abbastanza bene. Insomma, a conti fatti, la parte migliore si trova solo in un terzo del film, però il film di Strippoli merita sicuramente una visione, se non altro per incentivare produttori e registi italiani al rinascimento dell'horror italiano.
Ultimo appunto. Non riesco a trovare il motivo per cui la censura italiana lo ha fatto uscire al cinema con il divieto ai minori di anni 18. Io non ho trovato nulla di particolarmente forte ed estremo. Inspiegabile.