
Midsommar
di Ari Aster
Midsommar è il secondo film scritto e diretto da Ari Aster dopo l'ottimo Hereditary. Uscito nei cinema nel 2019, Midsommar - Il villaggio dei dannati (altro sottotitolo italiano che poteva essere evitato) è un folk horror atipico, per certi versi quasi grottesco, dalle diverse chiave di lettura (tossicità del rapporto di coppia, emancipazione femminile, misoginia).
Dani (una bravissima Florence Pugh) è una giovane ragazza americana che ha una relazione di forte dipendenza con Christian (Jack Reynor), un ragazzo che ha molti dubbi sul loro rapporto ma non ha il coraggio di lasciarla. Quando la sorella bipolare di Dani si uccide, uccidendo anche i loro genitori, Christian si sente quasi obbligato a portare Dani con sè in Svezia, in un viaggio che avevo organizzato con i suoi amici in estate per visitare un villaggio tradizionale dove si celebra il solstizio d'estate, una speciale ricorrenza che si svolge ogni novanta anni per la durata di nove giorni. Raggiunto Hårga, nella provincia di Hälsingland, i ragazzi vengono accolti con gioia, sorrisi e funghi allucinogeni dalla gente della comunità. Inizialmente tutto sembra nuovo e stimolante ma pian piano emerge la vera essenza di queste persone, seguaci di un culto neopagano rivolto al femminile.
Midsommar è un horror molto particolare, innanzitutto, fatta eccezione per la prima parte, è un horror che non solo rinuncia al buio ma è quasi accecante nella sua luminosità. Più che sulla paura, il film fa leva sulla tensione, l'ansia e l'angoscia. L'ambientazione bucolica mi ha ricordato il The Village di Shyamalan mentre da più parti leggo che il film di Aster deve molto a The Wicker Man, un film inglese del 1973 che personalmente non conosco. In tutti i modi Midsommar è un film girato benissimo, con una fotografia spettacolare e delle brillanti trovate registiche (tra queste la sequenza in cui i ragazzi in macchina giungono ad Hårga con la strada che si capovolge come a evidenziare di aver varcato un altra dimensione dove le regole sono diverse da quelle che conosciamo).
Interessante i disegni rivelatori e i tanti particolari disseminati nel film (vedere il quadro con l'orso nella stanza di Dani all'inizio del film).
Nonostante sia un film emotivamente pesante e superi le due ore Midsommar è capace di lasciarti inchiodato allo schermo.
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