
Dune: Part Two
di Denis Villeneuve
Alla fine mi sono visto la seconda parte del Dune di Villeneuve.
Premetto che la sala cinematografica è l'unico luogo per apprezzare al meglio l'epicità e la grandezza di questa pellicola. Vederlo a casa, nelle piattaforme o in homevideo, non sarebbe stato la stessa cosa.
Si riparte da dove è finito il primo capitolo. Paul Atreides (Timothèe Chalamet) e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) trovano rifugio tra i Fremen, i nativi di Arrakis, il popolo che vive nascosto nel deserto. Superate le prime diffidenze, i due si uniscono a loro nella lotta contro gli Harkonnen, sostenuti da Stilgar (Javier Bardem), il leader dei Fremen che vede in Paul il tanto atteso salvatore descritto nelle profezie. Aiutato da Chani (Zendaya), Paul inizia un addestramento alla vita e alla guerra nel deserto trovando al tempo stesso l'amore nella giovane guerriera dei Fremen. Mentre Jessica, dell'ordine delle Bene Gesserit, accetta di diventare una Reverenda Madre venendo sottoposta al rito dell'Acqua della Vita - alterando di conseguenza la coscienza della bambina che porta in grembo - Paul, cavalcando un verme della sabbia, supera l'ultima prova conquistando la stima del popolo Fremen e diventando la guida che lì porterà al riscatto e alla liberà. Nel frattempo il barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgard) - che con la complicità dell'imperatore Shaddam IV (Christopher Walken) è il responsabile dalla carneficina degli Atreides - stanco degli insuccessi di Rabban (Dave Bautista) nel reprimere la rivolta dei Fremen e assicurarsi la produzione della spezia di Arrakis affida il governo del pianeta allo psicopatico nipote Feyd-Rautha (Austin Butler). Nonostante sia tormentato da funesti sogni premonitori, Paul Atreides alla fine accetta il suo destino di messia e in un epica battaglia guida i Fremen nella battaglia finale contro l'esercito degli Harkonnen e dei Sardaukar, i soldati dell'imperatore.
Rispetto al libro, Villeneuve elimina alcune parti ritenute superflue, mi riferisco all'impegno di Paul di provvedere alla donna dell’uomo che ha ucciso durante il primo incontro con i Fremen, l'assenza del conte Hasimir Fenring, oppure del figlio avuto con Chani poi morto in una successiva battaglia. Inoltre il carattere del personaggio di Chani viene modificato in modo significativo. Nel romanzo di Herbert, Chani comprende la scelta di Paul di sposare la principessa Corrino (nel film interpretata da Florence Pugh) mentre nel film - che si conclude con il volto furente della guerriera Fremen in procinto di cavalcare un verme della sabbia - il personaggio interpretato da Zandaya non solo si sente tradita che Paul prenda in moglie la figlia dell’imperatore destituito ma rimane delusa dalla sua scelta di diventare il messia tanto atteso dal suo popolo.
Tralasciando le differenze con il romanzo, che io peraltro ho trovato funzionali, Villnevue più che alla sceneggiature e i dialoghi si affida prevalentemente alle immagini e alla fotografia per adattare alla sua maniera l'epica saga fantascientifica di Frank Herbert. Una fotografia spettacolare sia nei colori caldi del deserto che nei colori desaturati, quasi in bianco e nero, di quando ci troviamo sul pianeta degli Harkonnen. Riguardo il montaggio Villeneuve è riuscito a dosare sapientemente l'azione con i momenti rilessivi e il film, tolto forse solo una accellerata nel finale, ha il ritmo giusto. Due ore e mezzo che non si sentono minimamente. Menzione particolare per la musica di Hans Zimmer, una musica impetuosa, epica, veramente da brividi. A momenti la poltrona su cui stavo seduto mi pareva tremare per quanto potente ho trovato la colonna sonora.
Dune è un blockbuster americano con una grande produzione e numerosi attori di primo piano ma alla spettacolarità di un film del genere Villeneuve è riuscito a dare la sua impronta, il suo tocco artistico da grande regista.
Vedere i due film di Dune mi ha trasportato un mondo fantastico che tanto mi ha ricordato il fascino e l'incanto dei primi Guerre Stellari ma dai contorni e dai contenuti decisamente più adulti. A questo punto mi aspetto il terzo capitolo.