
Dune: Part One
di Denis Villeneuve
In attesa di vedere la seconda parte del Dune di Villeneuve, ho rivisto il primo capitolo della saga.
Dune è la trasposizione cinematografica dell'omonimo libro scritto da Frank Herbert nel 1965, quello che viene considerato una delle pietre miliari della fantascienza letteraria. Nella metà degli anni settanta il regista cileno Alejandro Jodorowsky tentò di portare sul grande schermo la saga di Herbert ma non venne sostenuto dai produttori spaventati per l'elevato budget. Rimangono storyboard, bozzetti e altri materiali visti e descritti nel documentario Jodorowsky's Dune. Ne parlo dettagliatemente più avanti.
Una decina di anni più tardi il produttore Dino De Laurentis affidò a David Lynch il compito di dirigere l’adattamento del romanzo. Questa volta il film venne prodotto ma per tutta una serie di motivi, ad oggi facilmente individuabili, venne fuori un film sconclusionato, compresso, dal montaggio rimaneggiato e con ridondanti spiegoni che lo stesso cineasta americano, in tempi recenti, ha definito la più grande e colossale tristezza della sua vita.
Siamo dunque giunti ai giorni nostri. Denis Villeneuve, regista tra i più influenti della sua generazione, accetta la sfida e nel 2021, partendo dal primo romanzo, porta sul grande schermo la monumentale epopea fantascientifica di Herbert, dividendolo in due parti.
Purtroppo non ho ancora letto il romanzo - ma avendolo in libreria conto di farlo a breve - quindi al momento non posso fare nessun tipo di comparazione.
In un lontano futuro la galassia è governata da un impero di tipo feudale. Il duca Leto Atreides (Oscar Isaac) della famiglia degli Atreides viene inviato dall'imperatore a governare il pianeta desertico di Arrakis dopo che questo è stato per anni nelle mani del tirannico barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgård) della famiglia degli Harkonnen. Arrakis, conosciuto come Dune, è un pianeta cruciale per la galassia in quanto tra la sabbia del suo deserto si trova una spezia - che la tribù locale dei Fremen usa come sostanza psicotropa - che se viene opportunatamente trattata permette di compiere i viaggi interstellari necessari per l’espansione dell’impero galattico. Su Arrakis giungono il figlio del duca, il giovane Paul (Thimothée Chalamet) e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson). Quest'ultima fa parte dell'ordine delle Bene Gesserit, una sorta di ordine mistico-religioso che ha acquisito l’arte del controllo mentale e che attaverso la manipolazione delle linee genetiche cerca di generare il Kwisatz Haderach, il messia dotato di poteri divini che porterà a un nuovo futuro l’intera umanità. Mentre Paul ha delle frequenti visioni sul suo futuro e in particolare su una giovane dei Fremen, i timori del duca Leto di essere finito in una trappola si materializzano quando le truppe degli Harkonnen attaccano la fortezza riottenendo con la forza il controllo di Arrakis. Paul e Jessica riescono a fuggire nel deserto dove, dopo essere riusciti a sopravvivere dall'attacco di un gigantesco verme della sabbia, vengono trovati dai Fremen. Qui Paul, che molti indicano come l’eletto, incontra Chani (Zendaya), la donna dei suoi sogni.
Il film, dal punto di vista visivo, è spettacolare. Una fotografia che lascia a bocca aperta, con delle architetture espressioniste e dei costumi stupendi. Ogni inquadratura sarebbe da incorniciare. Le sequenze ambientate nel deserto sono magistrali e anche gli effetti speciali sono funzionali e perfettamente integrati nel film. Ovviamente stiamo parlando di un blockbuster che ha una grande produzione, un cast di primo piano e un ottima colonna sonora, ma l’estetica del regista - che già avevo apprezzato in Blade Runner 2049 - con le sue inquadrature, fotografia, scelte cromatiche e montaggio, si vede ed è ben presente. Essendo la prima parte di un film che nasce per essere composto da due film il finale è troncato quindi questo capitolo diventa solo una grande introduzione per quello che spero possa essere, vedendolo nella sua interezza, uno dei più grandi film di fantascienza degli ultimi anni.