
La ragazza che sapeva troppo
di Mario Bava
La ragazza che sapeva troppo è un film del 1962 diretto da Mario Bava in cui il regista ligure si cimenta con il thriller anticipando di fatto il giallo all'italiana.
La storia racconta di una giovane ragazza americana appassionata di gialli, Nora Davis (interpretata da Leticia Roman) giunta a Roma per passare una vacanza ospite di una anziana signora. Durante la prima notte, la signora ha una crisi e muore. Sconvolta, Nora esce di casa in cerca di aiuto, ritrovandosi a vagare in una piazza di Spagna deserta, dove prima subisce uno scippo e poi assiste al brutale omicidio di una donna accoltellata alla schiena. Nora viene trovata la mattina dopo, priva di sensi, da un poliziotto che la porta in ospedale. Il cadavere è sparito e non c'è nessuna traccia dell'omicidio, così Nora non viene creduta. Fortunamente un giovane dottore (John Saxon) che Nora aveva già incontrato la notte prima dalla signora che la ospitava, gli da retta - anche perchè è palesemente attratto da lei - e insieme decidono di investigare sul misterioso omicidio.
Non ci vuole un genio per trovare in questo film, quanto meno a livello di sceneggiatura, le influenze di Alfred Hitchcock - che in questo periodo negli Stati Uniti stava spopolando con suoi capolavori - basta leggere il titolo che si rifà palesemente a L'uomo che sapeva troppo. Tralasciando la storia, la teatrale recitazione degli attori protagonisti e alcune bislacche trovate intente a smorzare la tensione, la forza in questo film sta tutta nella regia, la fotografia, il montaggio e nei tagli delle inquadrature di Mario Bava.
Girato in un bianco e nero, con ombre scure e luci taglienti, Bava da vita al genere del thriller all'italiana catturando una Roma notturna, affascinante e a tratti inquietante, che ha fatto da scuola per i film a venire. Tanto per citarne uno, sono scene che verranno riprese da Dario Argento una decina di anni più tardi nei film che lo hanno reso famoso.
Un film importante in quanto precursore del thriller all'italiana ma lo consiglio solo ai cultori del genere.
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