
Tomie
Junji Ito
Pubblicato da J-Pop nel 2017 questo corposo volume - siamo intorno alle 700 pagine - raccoglie una ventina di storie scritte e disegnate da Junji Ito tra il 1987 e il 2001. Protagonista è Tomie, una giovane ragazza poco più che adolescente, che con la sua bellezza e il suo fascino riesce a far innamorare ogni uomo che incontri, per poi portarlo alla follia e all'incomprensibile desiderio di ucciderla e farla brutalmente a pezzi. La particolare caratteristica di Tomie è che la ragazzina possiede delle strabilianti capacità rigenerative che gli permettono non solo di guarire in tempi brevi da ogni ferita, ma addirittura di riprodurre un'altra copia di se stessa da ogni pezzo del suo corpo mutilato. Non si capisce bene se sia una mutante, un demone, oppure un immortale parassita. La cosa certa è che Tomie è una seducente manipolatrice dall'irresistibile bellezza e dall'anima crudele, una giovane viziata, vanitosa, cinica e arrogante, che si nutre di consenso e ammirazione e il cui unico scopo è quello di provocare una sfrenata passione, soprattutto tra gli uomini, che si conclude con accessi di follia omicida, sangue e mutilazioni.
Nelle storie di Junji Ito il desiderio sessuale viene sostituito dalla morte e dall'annichilimento. Gli uomini, tutti umiliati e privati della loro virilità, sono dei manichini dagli occhi cerchiati che manifestano il loro amore malato e ossessivo per la spietata ragazza trovando appagamento e soddisfazione solo nella sua morte e nella negazione della sua femminilità. Un perpetuo femminicidio dove il corpo della donna viene mutilato e ridotto a pezzi, poiché solo così il maschio riesce ad affermare sé stesso e possedere ciò che non può avere né controllare.
E' una tematica forte che però Junji Ito esplora fino a un certo punto preferendo ripetere in ogni episodio l'orrore ciclico di morte e rinascita della nostra protagonista senza soffermarsi sul lato psicologico e sugli istinti primordiali nei confronti del sesso di una società giapponese pudica e repressiva.
Le storie che compongono questo volume sono quasi tutte autoconclusive e se c'è una trama che li unisce risulta sottile e poco delineata. I primi episodi, realizzati da Junji Ito al suo esordio come mangaka, risultano semplici e acerbi ma pagina dopo pagina sia la scrittura che i suoi disegni si fanno sempre più dettagliati, disturbanti e visionari fino ad acquisire quell'inconfondibile stile artistico che lo ha consacrato in tutto il mondo come l'indiscusso maestro del manga horror contemporaneo.
Da questo manga sono stati realizzati ben nove film, tutti scritti sotto la supervisione dello stesso Ito, che vorrei presto recuperare.
Fumetti

Brivido e altre storie
Junji Ito
Considerato il maestro indiscusso del manga horror, Junji Ito, classe 1963, ha iniziato la sua carriera di mangaka negli anni ottanta affiancando questa passione al suo lavoro come dentista. Fin da subito le sue storie e il suo stile hanno riscosso un grande interesse in Giappone facendogli guadagnare premi e influenzando negli anni produttori di film, libri e manga horror. Ad oggi la sua produzione è vastissima e conta decine di fumetti, tra serie, volumi autoconclusivi e storie brevi.
Brivido e altre storie è un volume che raccoglie nove racconti di Ito, scelti e commentati dall’autore. Sono storie visionarie, grottesche, estreme, a volte nauseanti, pervase di un orrore corporale in cui i protagonisti diventano vittime predestinate di forze malvagie che vanno al di là della comprensione umana.
Tra le mie storie preferite ci sono "Palloncini appesi", "Lunghi sogni" e, per il senso di disgusto che mi ha provocato, "Gliceridi".
La prima è una storia apocalittica in cui un giorno dal nulla compaiono in cielo degli strani palloncini con le facce dei cittadini e un cappio appeso che vanno in giro per la città alla ricerca del loro corrispettivo umano per impiccarlo. In Lunghi sogni un uomo ricoverato in ospedale ha una strana malattia, ovvero quando dorme i suoi sogni e i suoi incubi sono sempre più lunghi fino a vivere un’eternità nello spazio di pochi istanti. Mentre Gliceridi è talmente disturbante e disgustosa che alla fine della lettura si sente l'irrefrenabile impulso di andare a farsi una bella doccia. La storia è quella di una famiglia che vive nel retro di una bettola. A causa della scarsa ventilazione, il cucinato e l'aria grassa si deposita in casa mentre il più grande dei fratelli inizia a bere litri di olio dalla bottiglia finché il suo viso non si ricopre di grandi e grottesche pustole.

Le storie di Ito sono davvero originali, bizzarre e inquietanti e questo è il volume perfetto per chi si approccia per la prima volta al maestro dell'orrore giapponese.
Temo che sarò costretto in tempi brevi a procurarmi altre sue produzioni.

Girl from the other side
Nagabe
Girl from the other side è un manga scritto e disegnato dall'esordiente Nagabe composto da undici volumetti.
É un manga atipico, una fiaba a tinte dark che sembra presa da un racconto dei fratelli Grimm. I disegni in bianco e nero molto contrastati sono suggestivi e conferiscono all'intera opera uno stile originale, quasi europeo, discostandosi nettamente dai soliti manga. Quando ho visto la copertina e ho iniziato a sfogliarlo ne sono subito stato rapito.
Volendo potremmo definirlo un fantasy medievale fiabesco che si svolge principalmente in una foresta, un villaggio e la roccaforte del re. Protagonisti sono Shiva, una candida, curiosa e solare bambina, e quello che lei chiama Maestro, una enigmatica e mostruosa creatura oscura che è stato colpito da una maledizione. Il Maestro ha un animo gentile e nutre un affetto sincero verso la bambina, stando bene attento a non sfiorarla, perché il solo contatto potrebbe riversare su di lei il terribile maleficio. I due vivono in una casetta in mezzo al bosco cercando di isolarsi dal regno "interno", dove gli esseri umani hanno trovato rifugio, e il regno "esterno", dove risiedono le creature del buio dall'aspetto bizzarro e animalesco.
Potrebbe sembrare un moderna variante sul tema de La Bella e la Bestia ma in realtà la storia parla del dualismo tra il bene e il male, la luce e il buio, la vita e la morte. Ha un ritmo molto lento e delicato, con pochi dialoghi. Le atmosfere cupe della fiaba vengono stemperate dal rapporto dolce, fatto di quotidianità e piccoli gesti tra i due protagonisti.
Il finale l'ho trovato poco chiaro, è vero che da delle risposte su chi siano e da dove provengono i due personaggi, ma francamente mi è parso un pò troppo cervellotico spaziando tra l'esistenziale e il filosofico.
Rimane un ottima lettura, dolce ed emozionante da apprezzare anche solo per la bellezza dei disegni.
