
Una sull'altra
di Lucio Fulci
Lucio Fulci, regista e sceneggiatore italiano, è stato una figura poliedrica del cinema, capace di attraversare con disinvoltura generi diversi. A partire dagli anni Sessanta, ha diretto oltre cinquanta film, spaziando dai musicarelli alla commedia demenziale — molti dei quali con protagonisti Franco e Ciccio — per poi consacrarsi come autore di culto nel giallo e nell’horror. Rivalutato nel tempo da critici e registi come Quentin Tarantino, Fulci ha firmato opere seminali come Non si sevizia un paperino, Zombi 2 e L’aldilà, lasciando un’impronta indelebile nella storia del cinema di genere.
Nel 1969, il regista romano segna il suo debutto nel giallo con Una sull’altra (conosciuto anche con il titolo internazionale di Perversion Story), realizzando, quasi interamente a San Francisco un film che anticipa molti dei temi e delle estetiche distintive del suo cinema futuro.
La vicenda ruota attorno a George Dumurrier (Jean Sorel), medico dalla moralità discutibile, che a seguito dell'improvvisa morte della moglie, eredita un milione di dollari grazie a una polizza assicurativa. Qualche giorno dopo, durante una serata in un night club con l'amante Jane (Elsa Martinelli), George incontra Monica Weston (Marisa Mell), una sensuale spogliarellista che sembra essere la perfetta sosia della defunta moglie. Nel frattempo la polizia sospetta che Dumurrier abbia orchestrato la morte della moglie per incassare l’ingente assicurazione. Mentre le prove contro di lui si accumulano, George si ritrova intrappolato in una spirale di sospetti, tradimenti e rivelazioni inaspettate.
La storia richiama in maniera abbastanza esplicita La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, ma Fulci ne rielabora i temi con un approccio personale, inserendo una carica morbosa ed erotica che rende il film più audace e trasgressivo. Lo striptease sulla moto e la scena lesbica tra le due attrici protagoniste, pur risultando meno espliciti di quanto il titolo internazionale lascerebbe immaginare, contribuirono a scandalizzare il pubblico dell’epoca, ancora poco abituato a scene dal contenuto così allusivo e sensuale. Al di là dell'erotismo come elemento narrativo, la regia di Fulci fa grande uso dei primissimi piani sugli occhi dei protagonisti, muovendosi tra zoom audaci e dettagli estetici che anticipano molte delle tecniche che il regista perfezionerà nei suoi horror. Nonostante alcune ingenuità narrative, una recitazione un pò da fotoromanzo e una colonna sonora jazz che ho trovato particolarmente invasiva e irritante, Una sull’Altra ha il merito di anticipare il nascente giallo all’italiana, ponendosi come un film significativo e audace, quantomeno per il suo tempo.
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