
Una notte a New York
di Christy Hall
Una notte a New York, titolo italiano scelto per il film Daddio, segna l’esordio alla regia di Christy Hall, già nota per il suo lavoro come sceneggiatrice.
La storia è abbastanza semplice e ha la particolarità di essere ambientata quasi interamente nell’abitacolo di un taxi. Una giovane donna (Dakota Johnson), appena atterrata all’aeroporto JFK di New York, prende un taxi per tornare a casa dopo un viaggio in Oklahoma, dove è andata a trovare sua sorella. Alla guida del taxi c’è un uomo maturo, un pò burbero e un pò piacione (Sean Penn) che si mette a fare due chiacchiere mentre si dirige verso Manhattan. Complice un incidente che prolunga il tragitto più del previsto, la corsa si trasforma in un dialogo intenso in cui i due estranei, che sembrano inizialmente avere poco in comune, si aprono l’uno all’altra, condividendo frammenti delle loro vite. Tra confessioni e battute pungenti, il confronto evolve in una sorta di scontro generazionale e di genere, in cui si affrontano temi come il desiderio di connessione, il senso di perdita e le dinamiche di potere tra uomini e donne.
Oltre al mitico Taxi Driver, il film di Christy Hall non è il primo a essere ambientato in un taxi. Tuttavia, la regista, che firma anche la sceneggiatura, trasforma l’abitacolo in una sorta di confessionale, dove si svolge quello che somiglia a una seduta di terapia improvvisata tra un affascinante boomer e una attraente millennial. Certo, sentire discorsi profondi e riflessioni filosofiche tra due sconosciuti in un taxi, se lo si paragona all'esperienza che potrebbe avere una ragazza che dall'aeroporto di Fiumicino prende un taxi per andare alla Garbatella, rende ancora più evidente quanto l’incontro nel film sembri forzatamente artificioso. C'è da dire che Sean Peen e Dakota Johnson sono davvero bravi. Non è una sorpresa per il primo, veterano del grande schermo, che dà vita a un personaggio complesso, a metà tra il paterno e il predatore, capace di essere inquietante e rassicurante al tempo stesso. Lo è invece per la Johnson, che riesce a rendere con autenticità una donna forte e determinata, ma allo stesso tempo profondamente vulnerabile, catturando perfettamente le sfumature di un personaggio scritto con sensibilità.
In conclusione, il film di Hall, pur muovendosi su un un incontro un pò inverosimile, trova nei suoi interpreti e nei loro dialoghi la forza per mantenere vivo l’interesse dello spettatore per tutta la durata e il film.
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