
Il Problema dei Tre Corpi
David Benioff, D. B. Weiss e Alexander Woo
Mi sono visto la serie fantascientifica "Il Problema dei Tre Corpi" prodotta da Netflix e firmata da David Benioff e D.B. Weiss (quelli di Game of Thrones). Convinto si trattasse della trasposizione del primo volume della trilogia dello scrittore cinese Cixin Liu, mi ero fermato al terzo episodio per leggermi di tutta fretta il suddetto romanzo. Terminato il libro e proseguendo con la visione degli altri episodi, ho scoperto che la serie di Netflix presenta al suo interno diverse trame anche degli altri due volumi. E va beh.
La storia in breve. Alla fine degli anni sessanta una astrofisica cinese intercetta e risponde a un messaggio di una civiltà aliena. Cinquant'anni più tardi, siamo ai giorni nostri, scopriamo che gli alieni hanno lasciato il loro pianeta - invivibile a causa di un complesso sistema solare - e che tra quattrocento anni giungeranno sulla Terra per invadere il nostro pianeta. Utilizzando la loro evoluta tecnologia, gli alieni, che nella serie vengono chiamati San-Ti, si sono già introdotti sulla Terra, hackerando i sistemi informatici e ostacolando la ricerca scientifica in modo tale che i terrestri, non progredendo, siano indifesi al loro arrivo. Mentre tutte le risorse e le menti scientifiche della Terra preparano una difesa per respingere l'invasione, alcuni terrestri, disillusi dall'umanità, si sono organizzati in una sorta di setta per favorire l'arrivo degli alieni.
A differenza del romanzo di Cixin Liu la serie è ambientata solo all'inizio in Cina sviluppandosi prevalentemente in Inghilterra e negli Stati Uniti. Comprendo questa scelta in quanto, oltre a voler globalizzare la storia, l'esigenza di Netflix, che ha investito parecchi soldi su questa serie, è quella di "vendere" il suo prodotto principalmente sul mercato occidentale. Volendo condivido pure la scelta di internazionalizzare il cast e sostituire il protagonista del libro con un gruppo eterogeneo di scienziati di diverse etnie - peraltro tutti amici tra di loro in modo da creare sottotrame sfruttando le loro interazioni personali. Il problema è che i personaggi risultano parecchio stereotipati e nessuno di loro alla fine mi è sembrato particolarmente riuscito. Il difetto più evidente, almeno secondo me, risiede nel fatto che in questi otto episodi si è messo un pò troppa carne al fuoco, alcuni concetti sono stati molto semplificati, e le vicende si susseguono in modo troppo sbrigativo chiudendosi in fretta e furia. In tutti i modi la serie ha un buon ritmo e tutto risulta abbastanza godibile grazie a una storia avvincente supportata da una produzione ad alto budget visivamente spettacolare. La scena dell'attacco alla "Giorno del Giudizio" per recuperare l'hard disk - resa alla perfezione così come è descritta nel libro - l'ho trovata davvero coinvolgente così come il momento in cui i San-Ti si rivelano all'umanità facendo apparire sugli schermi di tutto il mondo la minacciosa frase "siete insetti" si è rivelata addirittura ancora più efficace che del libro. La storia poi prosegue andando ad accingere ad alcune trame presenti negli altri due volumi della trilogia. Assistiamo dunque alla prima contromossa dei governi della Terra all'invasione aliena con la spedizione di una sonda a propulsione atomica con a bordo il cervello ibernato di uno degli scienziati del cosidetto team di Oxford. L'obiettivo sarebbe quello di intercettare il nemico per recuperare informazioni solo che non ho capito come un cervello umano, una volta finito nelle mani di una entità aliena, possa poi comunicare con la Terra a milioni di km di distanza. L'altra trama che viene lanciata proprio nell'ultimo episodio della serie è quello del progetto degli impenetrabili, ovvero scegliere tre individui che possano formulare e dirigere piani strategici interamente nella loro mente, senza condividerli con nessuno, così da poter sfuggire al controllo dell'"occhio" alieno. Non avendo ancora letto gli altri due libri della trilogia ovviamente ignoro il motivo per cui è stato scelto lo scienziato nero, quello più cinico, come uno degli impenetrabili. La serie si conclude qui, aperta ovviamente a una seconda stagione.
Una cosa è certo, al di là di tutti i difetti, la serie di Netflix ha avuto il merito di farmi conoscere un autore di fantascienza capace di coinvolgermi e appassionarmi con la sua storia.
Ora, tanto per non farmi mancare nulla, ho iniziato a vedere anche la serie cinese (reperibile su Rakuten sottotitolata) che al momento risulta più fedele al libro ma che mi pare sia anche parecchio più dilatata.
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