
C'è ancora domani
di Paola Cortellesi
Incuriosito dal dirompente entusiasmo di critica e pubblico che ha suscitato C'è ancora domani, decido di vedermi il film di esordio di Paola Cortellesi, il film che in Italia ha superato blockbuster come Barbie e Oppenheimer.
Premetto che non sono un amante della attuale commedia all'italiana, e per attuale intendo quella degli ultimi quarant’anni, ovvero il periodo che va da Pozzetto a Zalone con in mezzo tutto il resto. Per me ci sono i Soliti Ignoti per arrivare ai primi Fantozzi e Amici Miei, poi il buio pesto, gli anni ottanta berlusconiani che, tranne rare eccezioni (Verdone, Troisi, Benigni), hanno contribuito a portare non solo la commedia ma tutto il cinema italiano a un lento declino qualitativo. L'attuale millennio neanche lo considero.
C'è ancora domani è una commedia che racconta un dramma, un pò quello che aveva fatto Benigni con La vita è bella. Un dramma che ha la leggerezza di una commedia e che per questo può essere apprezzato dal grande pubblico. Se poi il tema che ci viene raccontato è particolarmente sentito per i fatti di cronaca nera che hanno scosso il nostro paese poco prima dell’uscita del film, senza voler sminuire il buon lavoro della Cortellesi, ecco che si spiega il motivo del grande successo.
Siamo nella Roma del dopoguerra. Delia (Paola Cortellesi) è una donna di casa, madre di tre figli (una femmina e due maschi) e moglie di Ivano (Valerio Mastandrea). Pulisce casa, prepara da mangiare, accudisce lo scorbutico suocero e porta qualche soldo a casa facendo una serie di lavoretti. Le sue giornate trascorrono uguali una dopo l'altra tra dedizione alla famiglia e le continue violenze domestiche che subisce passivamente da parte di un marito autoritario e violento. Le sue uniche distrazioni sono le chiaccherate con l’amica fruttivendola e i fugaci incontri con l’ex amore di gioventù. Ha un rapporto speciale con la figlia più grande, Marcella (la brava Romana Maggiora Vergano) - la quale disprezza la madre per la passività con cui subisce gli abusi - ed è felice quando inizia a frequentare un ragazzo di buona famiglia sperando, almeno inizialmente, in un matrimonio che la possa sistemare. Un giorno Delia riceve una misteriosa lettera che le da speranza per un futuro migliore e il coraggio per una via di fuga da questa realtà opprimente.
C’è ancora domani è un film dichiaratamente femminista, dove protagonista è la donna, quella di allora ma sopratutto quella di oggi, vittima di abusi, sfruttamento e disparità in una società patriarcale e maschilista.
Fin dal primo fotogramma, in cui Paola Cortellesi, appena alzata dal letto, riceve uno schiaffone in pieno viso e poi via, come se niente fosse, a preparare il mangiare e a fare le faccende domestiche, indirizza la piega che il film manterrà per tutta la sua durata. Non è lo schiaffo preso da Monica Vitti o da quella "bottana industriale" della Mariangela Melato, è uno schiaffo che, nella sua comicità surreale, ci restituisce un forte disagio sia nei confronti di chi lo ha ricevuto sia di chi lo ha inflitto.
Il film è girato a Testaccio, quartiere storico popolare di Roma che conosco bene, in un bianco e nero che, seppur scolastico, gli dona una parvenza di autorialità evocando il tanto decantato neorealimo italiano. Indubbiamente la regia è buona così come la sceneggiatura che a parte qualche caduta (il rapporto con il soldato americano e la bomba) ha il merito di portare lo spettatore verso una direzione scontata per poi virare nel finale è fornire un forte messaggio storico/sociale. A parte gli inserti musicali, che oltre brani dell'epoca alterna titoli italiani di altri periodi, ho apprezzato molto la scena delle botte rappresentata come un balletto di un musical. Il sangue sparisce e i toni si alleggeriscono senza però perdere la drammaticità e la potenza del messaggio.
C'è ancora domani è un film girato, costruito e confezionato molto bene. E' un film che se fosse stato candidato come film straniero agli oscar avrebbe avuto più di una possibilità di vincerlo. Pensateci bene, ha tutti gli ingredienti che gli americani apprezzano del cinema italiano con in più il fatto di essere diretto da una donna e di avere un forte messaggio di emancipazione femminile.
Per quanto mi riguarda i capolavori sono altri ma rimane un film più che apprezzabile.
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