
Flatlandia
Edwin A. Abbott
Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni di Edwin A. Abbott è un libro insolito. Difficile catalogarlo in un genere, volendo potremmo definirlo un opera di fantascienza distopica che fonde matematica, satira sociale e fantasia. Ciò che più sorprende è che questo libro è stato scritto nel 1884. L'autore è uno scrittore, teologo e pedagogo britannico, rettore e docente di materie scientifiche di un importante scuola londinese.
La storia si svolge a Flatlandia, un mondo bidimensionale in cui gli abitanti sono forme geometriche che vivono su un piano e percepiscono la realtà in sole due dimensioni. La società di Flatlandia è rigorosamente gerarchica, dove la forma e il numero dei lati di un individuo determinano il suo status sociale. Le donne sono linee rette e rappresentano lo scalino più basso della società. A causa della loro forma appuntita, le donne sono considerate pericolose e se vogliono camminare in un luogo pubblico, hanno l'obbligo di muovere ininterrottamente la loro parte posteriore, da sinistra a destra, per rendersi visibili. Gli abitanti di Flatlandia, muovendosi su un piano, non si vedono come forme geometriche bensì come delle linee, quindi una donna vista frontalmente o da dietro appare come un punto impercettibile. Per quanto riguarda i maschi, i triangoli isosceli sono gli operai e i soldati, i triangoli equilateri sono la classe borghese, i quadrati e i pentagoni sono i professionisti, mentre gli esagoni fanno parte dell'aristocrazia. Una volta raggiunto un numero di lati che rende il poligono indistinguibile dal cerchio, si accede all'ordine sacerdotale, la classe più alta. In questo mondo ogni nascituro acquisisce un lato in più rispetto al padre, in modo tale che ogni generazione salga di un gradino nell'ordine sociale. Questa regola non vale per gli isosceli, perché non hanno i lati uguali, per le donne, che sono delle linee rette, e per i poligoni irregolari, considerati dei veri e propri reietti da eliminare. Nella prima parte del libro ci viene descritto il mondo di Flatlandia e le sue regole attraverso la voce del narratore, A. Square, un quadrato che nelle pagine iniziali troviamo in prigione. Nella seconda parte prosegue il racconto del nostro protagonista che, attraverso dei sogni rivelatori, scopre l'esistenza di diverse realtà. Il primo mondo con cui viene a contatto è un universo di un unica dimensione, Linelandia, popolato da punti in movimento su una retta e governato da un re che rifiuta il racconto del quadrato non riuscendo a comprendere un mondo a due dimensioni. Successivamente A. Square riceve la visita di una sfera proveniente da Spacelandia, un mondo tridimensionale. La sfera, che a Flatlandia appare come un cerchio di dimensioni variabili - la sua ampiezza dipende dalla intersecazione del piano - cerca di spiegargli l'esistenza della terza dimensione ma per A. Square il concetto risulta incomprensibile. Per fargli capire meglio, la sfera trascina il quadrato a Spacelandia e così il nostro protagonista non solo ha la possibilità di vedere la sfera in tutta la sua interezza, ma ha modo di osservare il suo mondo per la prima volta dall'alto. Dopo aver acquisito tutte le informazioni relative a Spacelandia, A. Square ipotizza dell'esistenza di un universo a quattro o a più dimensioni che la sfera ovviamente non può percepire in quanto vive in un universo di tre dimensioni. La sfera si spazientisce e, stufa dei vaneggiamenti del quadrato, lo rispedisce a Flatlandia. Tornato a casa A. Square inizia a mettere in discussione le norme e le limitazioni della sua società, e tacciato per un eretico alla fine viene imprigionato a vita.
Flatlandia di Abbott² (il suo nome completo è Edwin Abbott Abbott perchè i suoi genitori avevano lo stesso cognome essendo cugini - così tanto per rendere il tutto ancora più incasinato) ha diverse chiavi di lettura. Da una parte abbiamo una critica sottile ma potente della rigida struttura sociale vittoriana dell'epoca di Abbott. La descrizione della società di Flatlandia, con le sue rigide gerarchie basate sulla forma geometrica, serve come metafora per le classi sociali e le discriminazioni basate su genere e nascita. Le donne, rappresentate come semplici linee, sono confinate in ruoli strettamente limitati, evidenziando la condizione delle donne nell'epoca vittoriana.
L'altro tema è quello più strettamente filosofico ed esistenziale espresso nella seconda parte che è quella che ho più apprezzato. Flatlandia, oltre a essere un trattato di geometria comprensibile a tutti, invita il lettore a riflettere su temi più ampi come la percezione della realtà, la limitazione della conoscenza umana e la possibilità di mondi e dimensioni oltre la nostra comprensione. Ciò che noi vediamo e chiamiamo realtà è limitata dalla percezione dei nostri sensi e potrebbe non coincidere con un mondo che per noi è del tutto incomprensibile. Affascinante se pensiamo che quando è stato pubblicato il libro per la prima volta Albert Einstein aveva appena sei anni.
Sebbene sia stato scritto nel 1884, il libro risulta parecchio attuale nell'esplorare i limiti della conoscenza umana e le possibilità oltre di essa. Certo, non aspettatevi azione, caratterizzazione dei personaggi o coinvolgimento emotivo. Chi è abituato a leggere romanzi contemporanei potrebbe rimanere deluso. Flatlandia è più un saggio con le sembianze di un racconto.
Nel corso degli anni sono stati fatti diversi adattamenti cinematografici del libro di Abbott. Il primo è un cortometraggio italiano girato in stop-motion da Michele Emmer nel 1982 mentre l'ultimo è un cortometraggio d'animazione del 2007 diretto da Jeffrey Travis. Entrambi si trovano su Youtube. Gli ho dato un'occhiata ma non mi sono sembrati particolarmente attrattivi. Decisamente meglio il libro.
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