
Joy Division. Tutta la storia
Peter Hook
Ho letto in un paio di giorni la biografia di Peter Hook, bassista dei Joy Division e poi fondatore, insieme ai componenti superstiti, dei New Order.
I Joy Division sono stati il gruppo più iconico e influente della scena post-punk e insieme ai Cure, Depeche Mode e pochi altri, sono quelli che durante la mia adolescenza hanno plasmato la mia formazione musicale aprendo le porte a un genere che ancora oggi amo ascoltare.
Il libro scritto da Peter Hook, pubblicato in Italia da Tsunami Edzioni nel 2014, rispetto ad altri libri sui Joy Division non si concentra esclusivamente sulla figura di Ian Curtis, il carismatico e tormentato leader morto suicida nel 1980, ma racconta in maniera intima, appassionata e approfondita la storia personale di Hook, l'incontro con Bernard Sumner, Ian Curtis e Stephen Morris, il fatidico concerto dei Sex Pistols che li ha spinti a formare un gruppo, e tutte le sfide e le gioie di essere parte di una band emergente di Manchester in pieno fermento punk alla fine degli anni settanta. Il punto di vista del racconto è quello di Hooky, quindi interno alla band, così oltre alle amicizie, i litigi, i concerti e le registrazioni, veniamo a conoscenza del loro lato goliardico e dei tanti anedotti e retroscena che ricostruiscono la storia della band dagli esordi fino allo scioglimento. Io l'ho trovato interessante e coinvolgente in particolar modo quando viene descritto il processo compositivo di "Unknown Pleasures" - il primo dei due album dei Joy Division - la decisione di affidarsi a una piccola etichetta indipendente come la Fiction invece di essere fagocitati da una major, e il ruolo avuto da Martin Hannet in fase di produzione nel plasmare il suono distintivo ed epocale della band.
Poi c'è la tragedia che tutti conosciamo. Nel libro Hook condivide i ricordi toccanti che riguardano l'amico Ian Curtis, raccontando delle crisi epilettiche di cui soffriva, la sua complessa e imperscrutabile personalità ma anche del suo lato umano, accomodante e "cazzone", rammaricandosi, proprio nel momento in cui i Joy Division stavano sfondando, di non essersi fermati in tempo nel fare concerti nonostante avesse intuito i segnali di quello che sarebbe successo da lì a poco.
In conclusione, il libro di Peter Hook, tra la vasta quantità di libri, film e biografie non ufficiali disponibili, è un libro che consiglio perchè è adatto sia agli appassionati che già conoscono bene la storia dei Joy Division, sia a coloro che si avvicinano per la prima volta a una delle band più influenti della storia musicale.
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