
Talk to Me
di Danny e Michael Philippou
Spinto dalla curiosità per i numerosi pareri positivi, appena "Talk To Me" è stato messo in streaming, sono riuscito a vedere quello che molti considerano l'horror del 2023.
Distribuito negli Stati Uniti con grande successo dalla A24, Talk To Me è il film di esordio dei fratelli australiani Danny e Michael Philippou, noti su Youtube per aver realizzato delle parodie con l'uso di effetti speciali amatoriali con lo pseudonimo di RackaRacka. Ho visto i loro video e mi hanno lasciato indifferente.
In breve la storia è questa. Un gruppo di ragazzi trova, non si sa come, la mano mummificata di una medium che se viene stretta pronunciando la frase "Parla con me" permette di stabilire un contatto con uno spirito dell'aldilà. Non solo, i ragazzi per puro divertimento, trasgressione e "sballo", si fanno possedere dalle diverse entità per non più di novanta secondi (altrimenti si rischia di rimanere "sotto"), venendo immortalati dagli amici che li riprendono con i cellulari e postano i video sui social. Tutto sembra divertente ed esilerante finquando Riley, il fratello più piccolo di uno degli adolescenti, viene posseduto da uno spiritello particolarmente incazzato che inizia a fargli sbattere la testa ripetutamente, procurandogli lesioni gravissime. In tutto questo Mia, una ragazza convinta di poter parlare con la madre, suicidatasi un paio di anni prima, diventa dipendente e ossessionata da questo "gioco" estremo che in breve tempo finisce con ledere la sua sanità mentale.
Partiamo dal presupposto che i film dell'orrore con protagonisti gli adolescenti, i teen-horror per intenderci, da qualche anno a questa parte non rientrano nei miei gusti personali. La chiave di lettura di Talk To Me è molto semplice, oserei dire forse fin troppo semplice. Da una parte la noia e l'infelicità di una generazione che spinge i ragazzi a intraprendere una sfida all'eccesso solo per ottenere consenso e popolarità, dall'altra quella della dipendenza tossica e della incomunicabilità di una generazione fragile e priva di valori.
Ottimo intento, per carità, ma tutto mi è sembrato trattato con estrema superficialità. Il film si lascia vedere senza particolare tensioni, buono ma senza picchi e approfondimenti psicologici. Ci sono alcune buone sequenze e intuizioni registiche ma siamo nella media con un finale abbastanza scontato. Sopravvalutato.