
Play Time - Tempo di divertimento
di Jacques Tati
Ne ho visto di film strambi e bizzarri, ma quasi tutti legati all'horror. Play Time, invece, è una commedia surreale la cui stranezza si manifesta attraverso la semplice osservazione della vita moderna in un mondo iperorganizzato e asettico.
Uscito nel 1967, Play Time - Tempo di divertimento è il film più ambizioso e complesso del regista e comico francese Jacques Tati.
Difficile raccontare la trama. In pratica, un uomo impacciato, Monsieur Hulot (personaggio creato e interpretato da Jacques Tati e già apparso in altri suoi film), si ritrova in un quartiere ultramoderno di Parigi insieme a un gruppo di turisti americani. Nella prima parte, Hulot entra in un palazzo di vetro per un appuntamento, perdendosi in un labirinto di stanze e corridoi asettici. Nella seconda parte ci troviamo in un ristorante di lusso alla sua serata inaugurale, dove una serie di piccoli imprevisti, dall'aria condizionata difettosa ai mobili che si rompono, si accumulano gradualmente fino a trasformare l'elegante locale in una scena di caos crescente. Il film si chiude con una rotonda stradale, dove il traffico caotico si trasforma in una giostra di un luna park.
Play Time è un film privo di una vera storia, senza protagonisti e quasi senza dialoghi. Sembra quasi un documentario surreale, esasperato e ironico in cui la quotidianità di una città moderna diventa uno spettacolo visivo fatto di piccoli gesti, routine ripetitive e interazioni che sfiorano l’assurdo. E' un cinema che si ispira fortemente all'era del muto e alla comicità fisica di maestri come Charlie Chaplin e Buster Keaton. Le gag nascono e si sviluppano all'interno della singola inquadratura, sfruttando l'equivoco e l'imprevisto per creare momenti comici. Il film è stato girato con una pellicola di 70 mm ed è costruito su lunghi piani sequenza e sull’utilizzo della profondità di campo. I movimenti di macchina sono ridotti al minimo, lasciando che siano i personaggi e l'ambiente a creare il ritmo. Il risultato è un film in cui lo spettatore è invitato a esplorare ogni angolo dell’inquadratura, e dove i dettagli nascosti e i piccoli eventi si accumulano lentamente, all'interno di una coreografia visiva complessa e minuziosa. Ogni elemento dello spazio, dall'arredamento agli oggetti quotidiani, fino ai passanti anonimi, contribuisce a creare un quadro in continuo movimento.
Un'esperienza visiva sperimentale, profondamente radicata nel suo tempo.
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