
La febbre dell'oro (The Gold Rush)
di Charlie Chaplin
"La febbre dell'oro" (The Gold Rush), scritto, diretto e interpretato da Charlie Chaplin nel 1925, è uno dei capolavori indiscussi della storia del cinema muto. Rimasto colpito dalle vicende dei cercatori d'oro della seconda metà dell'Ottocento e da un libro che narrava di una spedizione in cui numerosi pioneri dispersi sui monti ricoperti di neve, morirono di fame e di freddo, mentre alcuni si diedero al cannibalismo per sopravvivere, Chaplin, da questa tragedia, iniziò a elaborare una serie di sequenze comiche in cui il personaggio del Vagabondo si ritrova in un ambiente freddo e ostile, immerso nella desolazione delle montagne innevate durante la corsa all'oro del Klondike. "È paradossale che nell'elaborazione di una comica la tragedia stimoli il senso del ridicolo" disse Chaplin in una intervista. Il film subì numerosi ritardi di produzione anche a causa delle vicende personali di Chaplin. Lita Grey, l'attrice che avrebbe dovuto avere la parte della protagonista, era ancora minorenne quando si scoprì che era incinta di Chaplin. Per evitare lo scandalo, Chaplin si trovò costretto a sposarla, ritrovandosi in seguito in una relazione che, nonostante i due figli, gli causò numerose amarezze e difficoltà per diversi anni. A causa della gravidanza, la Grey venne sostituita con Georgia Hale, che assunse il ruolo della protagonista femminile.
La storia segue il personaggio del Vagabondo, un povero cercatore d'oro che si avventura nelle gelide e desolate montagne alla ricerca di fortuna. Durante il suo viaggio, il Vagabondo affronta una serie di disavventure, tra cui il freddo estremo, la fame e l'incontro con personaggi singolari, come l'enorme e minaccioso Big Jim (Mack Swain) e il bandito Black Larsen (Tom Murray).
Rifugiatosi in una capanna durante una tormenta di neve, il Vagabondo vive momenti di fame estrema, che lo portano a cucinare e mangiare una scarpa. Successivamente, si innamora di una giovane ballerina di nome Georgia, ma la sua vita sentimentale è complicata da fraintendimenti e umiliazioni.
Uno degli aspetti più sorprendenti de "La febbre dell'oro" è come Chaplin riesca a utilizzare la commedia per esplorare temi profondamente umani, come la solitudine, la povertà e il desiderio di una vita migliore. Il Vagabondo è un personaggio universale, un eroe antieroico che affronta le difficoltà della vita con un sorriso, trasformando il dolore in poesia visiva.
Alcune sequenze di questo film sono entrate nella storia del cinema, diventando iconiche e rappresentative dell'arte di Chaplin. Tra queste, spicca la scena in cui il Vagabondo, affamato e disperato, cucina e mangia una scarpa come se fosse una cena gourmet, la celebre "danza dei panini" in cui Chaplin fa ballare due forchette infilzate in panini come se fossero i piedi di un ballerino, oppure quella in cui Big Jim che per la fame vede Charlot come una gallina, ma anche quella in cui la baracca si trova in bilico sullo strapiombo.
Il film è stato rieditato dallo stesso Chaplin nel 1942 in versione sonora sostituendo gli intertitoli con un commento con la propria voce. Io ho visto proprio questa versione che, senza cartelli a interrompere il flusso del film, devo ammettere di aver particolarmente gradito.
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