
Il Golem - Come venne al mondo
di Paul Wegener, Carl Boese
"Il Golem - Come venne al mondo" (Der Golem, wie er in die Welt kam) è un classico del cinema espressionista tedesco, corrente artistica che ha segnato profondamente la storia del cinema con capolavori quali "Il gabinetto del Dottor Caligari" e "Nosferatu".
Liberamente tratto dal romanzo di Gustav Meyrink del 1915 che riadatta il mito del Golem del folklore ebraico, il film ha una storia assai particolare dal momento che non è il primo a essere stato realizzato da Paul Wegener. Appassionato di storie fantastiche e mitiche, Wegener, attore, regista e sceneggiatore, realizzò una serie di film interpretando personalmente la creatura leggendaria del Golem. Il primo film, co-diretto con Henrik Galeen, è del 1915 e narra la storia di un antiquario che scopre e riporta in vita la creatura di fango, scatenando il caos. Nonostante il grande successo la pellicola è andata perduta. Due anni più tardi, ci riprovò con "Il Golem e la Danzatrice", un film dai toni più comici rispetto al precedente. Anche di questo film non è rimasto traccia. Infine nel 1920, insieme al regista Carl Boese, realizzò "Il Golem - Come venne al mondo", film che racconta la creazione del Golem da parte del rabbino Löw (potremmo considerarlo il primo prequel della storia del cinema). Questa è l'unica pellicola sopravissuta fino ai giorni nostri ed è, ovviamente, quella che ho visto.
La storia si svolge nel ghetto ebraico di Praga nel XV secolo, dove il rabbino Löw crea una figura di argilla conosciuta come il Golem per proteggere la comunità ebraica dalle persecuzioni. Utilizzando antichi incantesimi e la magia cabalistica, il rabbino riesce a dare vita al Golem, una creatura dall'aspetto imponente e terrificante, con l'intento di difendere il suo popolo. Tuttavia, quando la figlia del rabbino (Lyda Salmonova) lo respinge, il Golem sfugge al controllo del suo creatore, portando a conseguenze inaspettate e tragiche.
Il film si contradistingue per la grande tecnica (la scena dell'evocazione di Astaroh così come le scene con la folla sono magistrali), le originali scenografie di Hans Poelzig (che ricostruisce Praga con vicoli distorti e un groviglio di case allungate) e la suggestiva fotografia di Karl Freund (che utilizzando giochi di luce e ombra enfatizza il dramma e il mistero della storia). Quest'ultimo, dopo che avrà prestato la sue capacità in un capolavoro come "Metropolis" di Lang, insieme a tanti altri registi e tecnici tedeschi, approderà negli Stati Uniti contribuendo non poco al cinema horror americano della Universal. Non è un caso che il tema del mostro che si ribella al suo creatore presente nel Golem verrà esplorato e ampliato nel "Frankenstein" di Whale. Paul Wegener, invece, si dedicò esclusivanente alla recitazione preferendo abbandonare il personaggio del Golem. Pare che l'attore tedesco di si sia così immedesimato nella parte del gigante di argilla che quando tornò nei vicoli di Praga la gente si scansava spaventandosi della sua imponente presenza.
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