V/H/S
di Registi vari
Non sono mai stato un grande amante degli horror girati come se fossero filmati amatoriali ritrovati per caso. Si chiamano found-footage o mockumentary e a partire da The Blair Witch Project passando a Paranormal Activity, REC e tanti altri – ricordando sempre che il precursore è stato Cannibal Holocaust –hanno dato vita a un vero e proprio sottogenere horror che ha conquistato una sua fetta di pubblico e mercato.
V/H/S, uscito nel 2012, si inserisce perfettamente in questo genere, con la pecularità che è un film a episodi ognuno realizzato da un regista diverso, un’antologia dell’orrore in formato analogico, dove ogni storia viene ripresa come se fosse stata davvero trovata in una vecchia videocassetta impolverata.
La trama principale che fa da cornice ai vari episodi segue un gruppo di giovani teppisti ingaggiati per rubare una misteriosa videocassetta VHS all'interno di una villa. Durante la loro ricerca, si imbattono in una serie di cassette che contengono i cinque episodi del film, ciascuno con la sua storia disturbante.
Amateur Night, diretto da David Bruckner vede tre ragazzi che vanno in giro a far festa. Uno di loro indossa occhiali con una videocamera incorporata. Rimorchiano due ragazze, di cui una particolarmente strana che si rivelerà essere qualcosa di molto più pericoloso di quanto immaginassero.
In Second Honeymoon di Ti West, una coppia è in viaggio on the road attraverso l'America. Una misteriosa ragazza, durante la notte in un motel, si intrufola nella loro camera trasformando quella che doveva essere una seconda luna di miele in un incubo.
L'episodio intitolato Tuesday the 17th per la regia di Glenn McQuaid è ambientato nei dintorni di un lago e di un bosco, rielaborando lo slasher alla Venerdì 13. Quattro ragazzi in vacanza si trovano minacciati da un misterioso killer soprannaturale.
The Sick Thing That Happened to Emily When She Was Younger diretto da Joe Swanberg, sfrutta lo schermo di un computer e lo split screen di Skype, raccontando una ghost story in cui Emily sospetta attività paranormali nella sua casa con apparizioni inquietanti e un colpo di scena finale.
Infine in 10/31/98, diretto da collettivo Radio Silence, quattro amici si imbattono in una casa infestata con conseguenze impreviste durante la notte di Halloween.
L’idea alla base di V/H/S è davvero interessante, e l’omaggio alle vecchie videocassette, quelle che i cinefili di una certa età usavano per registrare film dalla televisione,ha qualcosa di irresistibilmente nostalgico. Prima delle piattaforme e dello streaming, quanti titoli recuperati di notte su Fuori Orario ho visto in questo modo.
Il problema è che non tutti gli episodi del film sono dello stesso livello, e nel complesso li ho trovati neanche troppo paurosi. Personalmente ho apprezzato molto il primo, quello con la ragazza inquietante fin dalla prima inquadratura, e quello della giovane che parla via Skype con il fidanzato mentre intorno a lei accadono cose inspiegabili. Anche l’ultimo episodio, con i suoi effetti poltergeist particolarmente risuciti, riesce a catturare un certo spirito da "notte di Halloween". Però è proprio la cornice narrativa di "Tape 56" che mi è apparsa debole e pretestuosa. Dai, un gruppo di teppisti che si trova dentro una casa isolata, con il proprietario morto stecchito sul divano, e loro che fanno? Si mettono allegramente a visionare una dopo l'altra le videocassette trovate. Certo, come no.
Il limite più grande, però, è la natura stessa del found footage. La fotografia sgranata, il continuo sballottamento della camera, la recitazione improvvisata funzionano solo se la storia è solida. Quando non lo è, l’effetto “videocassetta ritrovata” diventa più un ostacolo che una scelta stilistica.
Detto questo, V/H/S resta un’operazione interessante. Ha avuto il merito di rilanciare il film horror a episodi e di dare visibilità a registi che continueranno a muoversi nel genere.
Non a caso, da questo esperimento sono nati sequel e spin-off vari, segno che il concept — più che il risultato — ha colpito nel segno.